ABBIAMO SMARRITO L'ESTETICA
Abbiamo smarrito l'estetica,
Michel Houellebecq
è colpevole.
(sopra, un capolavoro di Magritte)
Tutti sanno come noi maschi andiamo in fermento quando incontriamo per caso una sconosciuta che calza appieno le nostre preferenze femminili. Della donna, della sua avvenenza, e della sensualità che trasmette, ci sorprende come "proprio quella lì", messaci davanti dal destino, aumenta a dismisura il nostro desiderio, ci turba. Se la donna ideale che avevamo in testa ci sembrava una figura consolidata, "quella lì" la fa diventare subito obsoleta, basta solo averla vista e ci cambia dentro, ci ha prodotto senza "volerlo" e saperlo emozioni che ci investono come onde magnetiche. Bene tutto questo scordiamocelo, appartiene al passato di chi, come me, ama e vive la potenza della femminilità. Da sempre odiavo gli islamici e il loro credo che copriva i volti e la seduttività delle donne. Odiavo tutti i maschilisti che non rispettavano la natura femminile preziosissima per il buon vivere. Ho odiato la volgarità e l'assenza di estetica negli uomini che accompagnavano le proprie donne, mogli, compagne, amiche, colleghe. Odio Michel Houellebecq che da grande visionario, nel suo libro "Sottomissione", racconta di come un islamico, facendo presa su razzismo, maschilismo, e odio per il femminismo, sfruttando una serie di combinazioni elettorali, favorito dal doppio turno di voto, riesce a vincere le elezioni presidenziali in Francia. Questo islamico il 3 maggio 2025 si insedia all'Eliseo. Fin qui sembrerebbe un bel problema ma niente al confronto di quello che avverrà il giorno dopo. Il culmine della disgrazia per i francesi arriva il 4 maggio 2025 quando le impiegate della pubblica amministrazione francese statale, e degli Arrondissements, devono presentarsi in ufficio con il burqa, coprendo "solo" visi e capelli gli occhi no che serviranno per lavorare. Insomma la Francia si trova cambiata nel suo Dna, i francesi non ce la fanno proprio a sopportare quell'estetica ridotta di corpi e veli, troppo mortificante. Tutto viene degradato, la bellezza, i comportamenti, la personalità, si avviliscono maschi e femmine, in un vivere minore, alterato. Insomma Houellebecq l'ha combinata grossa davvero, non solo ha insinuato nelle teste dei lettori una disgrazia da visionario folle, ma ha anche portato iella nera, tutto è accaduto cinque anni prima. Ieri, 4 maggio 2020 primo giorno di incerta riapertura di alcune attività produttive, ci è successo qualcosa di simile esteticamente. Ho visto persone muoversi con mascherine che sembravano burqa, e un modo di fare che è un vivere "inferiore", anomalo, incerto. Non gruppi famigliari con visi coperti, ma massa omogenea mascherata, in disordine con i capelli, nervosa e irascibile. Insolentiti e insolenti che avevano fretta. Fretta per cosa? Per darsi un minimo di contegno, per sopportarsi ed essere sopportati occorre "non pensare" ma fare, e la fretta diventa un espediente indispensabile. Incontrare una donna in questi giorni non è più un susseguirsi di emozioni ma quasi di fastidio, come incontrare un umano "indefinibile" e indefinito nell'aspetto. Non viene voglia di guardarla e se la guardi è peggio, ti rattrista. La bellezza degli incontri fantasiosi vissuti negli anni passati, per chi ha avuto la fortuna di apprezzarne l'armonia, diventa una montagna da scalare, un fiume da risalire controcorrente. Quelli come me che hanno vissuto con una fortissima propensione verso il futuro, verso l'imprevisto, verso rapporti affascinanti da sperimentare, si scoprono a guardare indietro, per la prima volta e contro la propria natura, si vedono rivolti al passato, un vero dramma umano che non ci voleva.
(sopra, un capolavoro di Magritte)
Tutti sanno come noi maschi andiamo in fermento quando incontriamo per caso una sconosciuta che calza appieno le nostre preferenze femminili. Della donna, della sua avvenenza, e della sensualità che trasmette, ci sorprende come "proprio quella lì", messaci davanti dal destino, aumenta a dismisura il nostro desiderio, ci turba. Se la donna ideale che avevamo in testa ci sembrava una figura consolidata, "quella lì" la fa diventare subito obsoleta, basta solo averla vista e ci cambia dentro, ci ha prodotto senza "volerlo" e saperlo emozioni che ci investono come onde magnetiche. Bene tutto questo scordiamocelo, appartiene al passato di chi, come me, ama e vive la potenza della femminilità. Da sempre odiavo gli islamici e il loro credo che copriva i volti e la seduttività delle donne. Odiavo tutti i maschilisti che non rispettavano la natura femminile preziosissima per il buon vivere. Ho odiato la volgarità e l'assenza di estetica negli uomini che accompagnavano le proprie donne, mogli, compagne, amiche, colleghe. Odio Michel Houellebecq che da grande visionario, nel suo libro "Sottomissione", racconta di come un islamico, facendo presa su razzismo, maschilismo, e odio per il femminismo, sfruttando una serie di combinazioni elettorali, favorito dal doppio turno di voto, riesce a vincere le elezioni presidenziali in Francia. Questo islamico il 3 maggio 2025 si insedia all'Eliseo. Fin qui sembrerebbe un bel problema ma niente al confronto di quello che avverrà il giorno dopo. Il culmine della disgrazia per i francesi arriva il 4 maggio 2025 quando le impiegate della pubblica amministrazione francese statale, e degli Arrondissements, devono presentarsi in ufficio con il burqa, coprendo "solo" visi e capelli gli occhi no che serviranno per lavorare. Insomma la Francia si trova cambiata nel suo Dna, i francesi non ce la fanno proprio a sopportare quell'estetica ridotta di corpi e veli, troppo mortificante. Tutto viene degradato, la bellezza, i comportamenti, la personalità, si avviliscono maschi e femmine, in un vivere minore, alterato. Insomma Houellebecq l'ha combinata grossa davvero, non solo ha insinuato nelle teste dei lettori una disgrazia da visionario folle, ma ha anche portato iella nera, tutto è accaduto cinque anni prima. Ieri, 4 maggio 2020 primo giorno di incerta riapertura di alcune attività produttive, ci è successo qualcosa di simile esteticamente. Ho visto persone muoversi con mascherine che sembravano burqa, e un modo di fare che è un vivere "inferiore", anomalo, incerto. Non gruppi famigliari con visi coperti, ma massa omogenea mascherata, in disordine con i capelli, nervosa e irascibile. Insolentiti e insolenti che avevano fretta. Fretta per cosa? Per darsi un minimo di contegno, per sopportarsi ed essere sopportati occorre "non pensare" ma fare, e la fretta diventa un espediente indispensabile. Incontrare una donna in questi giorni non è più un susseguirsi di emozioni ma quasi di fastidio, come incontrare un umano "indefinibile" e indefinito nell'aspetto. Non viene voglia di guardarla e se la guardi è peggio, ti rattrista. La bellezza degli incontri fantasiosi vissuti negli anni passati, per chi ha avuto la fortuna di apprezzarne l'armonia, diventa una montagna da scalare, un fiume da risalire controcorrente. Quelli come me che hanno vissuto con una fortissima propensione verso il futuro, verso l'imprevisto, verso rapporti affascinanti da sperimentare, si scoprono a guardare indietro, per la prima volta e contro la propria natura, si vedono rivolti al passato, un vero dramma umano che non ci voleva.