DISCORSO AI MIEI COETANEI PROGRESSISTI CHE VORREBBERO RIFONDARE LA SINISTRA (un nuovo partito al posto del Pd)
DISCORSO AI MIEI COETANEI PROGRESSISTI...
Non voglio farmi più intelligente di quanto sono: dirò solo quello che penso. Ancora oggi restano vani e incomprensibili il nostro essere fini, il nostro altruismo, il nostro pensiero critico, la nostra lungimiranza politica e il nostro grande senso della democrazia. Volevamo fare le svolte epocali, volevamo fare la storia, la vogliamo fare ancora oggi, ma se invece di provare a fare la storia, provassimo semplicemente a considerarci responsabili dei singoli atti che la compongono, forse gli esiti non sarebbero così grotteschi e vani. Non è la storia che bisogna fare, ma rivedere ogni nostra singola biografia. Ci aiuterebbe a capire gli errori. Non si rivitalizza un partito obsoleto perché qualche vecchio marpione si riunisce ad un palazzo e scatena i competenti di immagine per trovare un giusto nome, quello che ammalia, occorre stare attenti ai contenuti, alla piazza, ai meccanismi che incattiviscono i cittadini (sono tantissimi gli italiani aggressivi e in ansia). Perché oggi tutti danno il sangue per un posto di lavoro scarsamente retribuito, perché tutti invece di migliorare la posizione lottano per conservare quel poco che arriva. Facile pensare ai soliti destinatari d’interesse, alla “politica del cane” o a quella degli ecologisti spaventati, queste scie di voti non bastano più (non sono mai bastati), per ricostruire una sinistra progressista. Il nuovo partito deve affrontare i problemi che mettono ansia a tanti individui, deve fondarsi su contenuti vivi, attenti, e drammaticamente vissuti dalla gente. Gli interlocutori principali dovranno essere i cittadini lavoratori, i dipendenti. le partite Iva a regime semplificato e non, dovranno essere quelli travolti dalla crisi e che non riescono a rimettersi in piedi, dovranno essere quelli a cui lo Stato gli impone gli arretrati da pagare, pignora case e altri beni, dovranno essere anche quelli che non percepiranno le pensioni nei tempi dovuti per conflitti con l’Inps. Questi italiani vi giudicheranno da quello che farete e non da quello che direte. Il giudizio dei cittadini di oggi somiglia a quello della nostra coscienza, ed è un giudicare molto più severo di qualsiasi giudizio degli altri. Dobbiamo mettere ordine alle nostre storie, capire decenni di accaduti personali per poi elencare i contenuti che il nuovo partito vorrà sviluppare e presentarsi nelle piazze, non solo sul web. Solo in questo modo si passerà da una specie di centrosinistra (Margherita+Ds) che non rappresenta nessuno a una sinistra progressista di tutti gli italiani che aggregherà tante forze (alcune già esistenti come movimenti o partitini). Tutte insieme potrebbero rappresentare il 60% dell’intero paese.
Non voglio farmi più intelligente di quanto sono: dirò solo quello che penso. Ancora oggi restano vani e incomprensibili il nostro essere fini, il nostro altruismo, il nostro pensiero critico, la nostra lungimiranza politica e il nostro grande senso della democrazia. Volevamo fare le svolte epocali, volevamo fare la storia, la vogliamo fare ancora oggi, ma se invece di provare a fare la storia, provassimo semplicemente a considerarci responsabili dei singoli atti che la compongono, forse gli esiti non sarebbero così grotteschi e vani. Non è la storia che bisogna fare, ma rivedere ogni nostra singola biografia. Ci aiuterebbe a capire gli errori. Non si rivitalizza un partito obsoleto perché qualche vecchio marpione si riunisce ad un palazzo e scatena i competenti di immagine per trovare un giusto nome, quello che ammalia, occorre stare attenti ai contenuti, alla piazza, ai meccanismi che incattiviscono i cittadini (sono tantissimi gli italiani aggressivi e in ansia). Perché oggi tutti danno il sangue per un posto di lavoro scarsamente retribuito, perché tutti invece di migliorare la posizione lottano per conservare quel poco che arriva. Facile pensare ai soliti destinatari d’interesse, alla “politica del cane” o a quella degli ecologisti spaventati, queste scie di voti non bastano più (non sono mai bastati), per ricostruire una sinistra progressista. Il nuovo partito deve affrontare i problemi che mettono ansia a tanti individui, deve fondarsi su contenuti vivi, attenti, e drammaticamente vissuti dalla gente. Gli interlocutori principali dovranno essere i cittadini lavoratori, i dipendenti. le partite Iva a regime semplificato e non, dovranno essere quelli travolti dalla crisi e che non riescono a rimettersi in piedi, dovranno essere quelli a cui lo Stato gli impone gli arretrati da pagare, pignora case e altri beni, dovranno essere anche quelli che non percepiranno le pensioni nei tempi dovuti per conflitti con l’Inps. Questi italiani vi giudicheranno da quello che farete e non da quello che direte. Il giudizio dei cittadini di oggi somiglia a quello della nostra coscienza, ed è un giudicare molto più severo di qualsiasi giudizio degli altri. Dobbiamo mettere ordine alle nostre storie, capire decenni di accaduti personali per poi elencare i contenuti che il nuovo partito vorrà sviluppare e presentarsi nelle piazze, non solo sul web. Solo in questo modo si passerà da una specie di centrosinistra (Margherita+Ds) che non rappresenta nessuno a una sinistra progressista di tutti gli italiani che aggregherà tante forze (alcune già esistenti come movimenti o partitini). Tutte insieme potrebbero rappresentare il 60% dell’intero paese.