DISCORSO CON UNO STRANO MEDICO

DISCORSO CON UNO STRANO MEDICO

Discorso con un strano medico
E' curioso dottore, come i dementi si tengano informati e siano aggiornati, che grande sensibilità hanno verso tutto quello che accade e che commuove, che isterizza la collettività. C'è il virus, c'è Salvini, c'è la Lagarde e allora troveremo sui social moltissimi "disperati" (malati) che si fissano su questi argomenti, come i vecchi che reiterano fatti remoti, sempre più confusi, che non riescono a dimenticare: la guerra, le conquiste sentimentali, il ruolo pubblico lavorativo, ecc.. Il dottore mi guarda ridendo e racconta: <<durante la guerra mondiale accadeva spesso che quelli che erano ricoverati in ospedale, magari anche in pessime condizioni, si credevano generali e che volevano sostituire Cadorna o Diaz. Più recentemente c'erano negli ospedali tanti malati che si sentivano Bearzot e che avevano loro in tasca la formazione per sconfiggere il Brasile ed erano anche certi del nome del calciatore carioca che di notte faceva la cacca nelle scarpe dei compagni. (credo fosse Eder)>>. Mi piace questa analogia, oggi i malati sono in casa, sono in casa anche i sani che hanno tempo per pensare, che è una cosa nuova per loro hanno vissuto da instancabili e realizzati lavoratori. È davvero singolare, dottore, come anche oggi i dementi siano informatissimi sui laboratori scientifici, sugli esperimenti celati dalle grandi potenze, sui desideri di imperialismo di USA, Russia, Cina, sui virus sfuggiti al controllo degli scienziati, su esperti di laboratori più o meno colpevoli di procurato pericolo di massa. La ringrazio dottore abbiamo finalmente capito da dove arrivano i pericoli per una società moderna, ognuno di noi guarda alla natura come un'alterità, un nemico, una culla di vita, un elemento da utilizzare senza scrupoli, un qualcuno che a volte amiamo e che spesso ci costringe a difenderci, ci spaventa, ci uccide. Dobbiamo metabolizzare che la natura siamo noi e mutiamo con essa. Il medico mi toglie la parole e dice: <<La lotta di questi brutti tempi, non è solo restare in vita con questa epidemia, essa proseguirà ancora più feroce contro noi stessi, la nostra ignoranza, la nostra paura, ognuno si inventa un nemico e non vede che il nemico più spaventoso è se stesso, e non ci sarà un giudice divino ad attenderci, ma un uomo di giustizia inesorabile che è la nostra coscienza>>..