EASYSNOB E' UN VERO POSTMODERNO
EasySnob è un vero postmoderno.
Che uomo sarebbe stato EasySnob se le molecole della sua umanità avessero fatto di lui un ligio impiegato a uno sportello. L'uomo ha sofferto enormemente, ma la sua sofferenza è inseparabile dalla sua forza creatrice e immortale. Lui non subisce la sua follia, ma la trasforma a difesa di sé, la usa come un "trampolino" della sua potenza. All'opposto, il riduzionismo fa in modo che tutto nelle nostre vite venga inquadrato in una serie di attività, più o meno insane, più o meno vitali. EasySnob non fa teatro perché non ne ha occasione, non nuota, non corre, non va in palestra perché è pigro, ride perché Aristotele gli ha insegnato che è un tratto specifico della vita, ridere è terapeutico. Se la sofferenza esistenziale, è intesa come senso di limitazione dell'essere umano, come gruppo di individui, come specie vivente, ecco che viene assorbita dalla sofferenza patologica. La ragione per cui la morte, la malattia, l'impotenza, la sofferenza, non rappresentano un'insieme di debolezze, è parte integrante di quella dinamica di fragilità senza la quale non ci potrebbe essere vita, salute, gioia. EasySnob è un postmoderno, non conosce processi antagonisti e considera ogni limite come un'ingiustizia sociale o esterna. Attraverso un immaginario calderone dove mescolare ricerca genetica, cellule, staminali, robotica, nanotecnologie ecc., egli non smette di ripetersi che tutto è possibile, dimenticando di ricordare la condizione essenziale: "basta tu sia ubbidiente", ovvero devi accettare la condizione di sottomesso. Non è previsto che EasySnob possa essere un normale uomo limitato e vivente, ma che debba soffrire dei suoi limiti come un vera patologia, un malattia curabile. Quella che era sofferenza esistenziale legata al "mistero dell'uomo" oggi è soltanto un problema tecnico, sarà risolto con una compressa. EasySnob si avvia verso un processo di ibridazione uomo-macchina, è qui che inizierà un nuovo futuro, una nuova avventura poco umana.
Che uomo sarebbe stato EasySnob se le molecole della sua umanità avessero fatto di lui un ligio impiegato a uno sportello. L'uomo ha sofferto enormemente, ma la sua sofferenza è inseparabile dalla sua forza creatrice e immortale. Lui non subisce la sua follia, ma la trasforma a difesa di sé, la usa come un "trampolino" della sua potenza. All'opposto, il riduzionismo fa in modo che tutto nelle nostre vite venga inquadrato in una serie di attività, più o meno insane, più o meno vitali. EasySnob non fa teatro perché non ne ha occasione, non nuota, non corre, non va in palestra perché è pigro, ride perché Aristotele gli ha insegnato che è un tratto specifico della vita, ridere è terapeutico. Se la sofferenza esistenziale, è intesa come senso di limitazione dell'essere umano, come gruppo di individui, come specie vivente, ecco che viene assorbita dalla sofferenza patologica. La ragione per cui la morte, la malattia, l'impotenza, la sofferenza, non rappresentano un'insieme di debolezze, è parte integrante di quella dinamica di fragilità senza la quale non ci potrebbe essere vita, salute, gioia. EasySnob è un postmoderno, non conosce processi antagonisti e considera ogni limite come un'ingiustizia sociale o esterna. Attraverso un immaginario calderone dove mescolare ricerca genetica, cellule, staminali, robotica, nanotecnologie ecc., egli non smette di ripetersi che tutto è possibile, dimenticando di ricordare la condizione essenziale: "basta tu sia ubbidiente", ovvero devi accettare la condizione di sottomesso. Non è previsto che EasySnob possa essere un normale uomo limitato e vivente, ma che debba soffrire dei suoi limiti come un vera patologia, un malattia curabile. Quella che era sofferenza esistenziale legata al "mistero dell'uomo" oggi è soltanto un problema tecnico, sarà risolto con una compressa. EasySnob si avvia verso un processo di ibridazione uomo-macchina, è qui che inizierà un nuovo futuro, una nuova avventura poco umana.