EROS E' SEMPRE POTENTE, MA LA TROPPA COMUNICAZIONE CI RENDE INFANTILI.
Eros è sempre potente, ma la troppa comunicazione ci rende infantili.
Ai tempi degli imitatori imitati, dei mi piace e del condividi, Eros è ancora molto potente. Talmente potente da resistere alla fine di ogni individualità, oggi soggetto e oggetto non esistono al di fuori della comunicazione, quindi tutto è comunicazione tutto è soggetto o oggetto. Chiariamo, per necessità, il concetto deleuziano di "rizoma", che risponde perfettamente alla domanda "cosa siamo oggi". Il rizoma non è un punto, non è un oggetto definito, non è localizzabile, ma qualcosa che costantemente si trasforma, avendo nella sua dialettica mutatoria la sua ragione di esistere. Più semplicemente ognuno di noi non è più un soggetto tra tanti soggetti ma siamo la scelta delle dinamiche esistenziali a cui aggiungiamo il caso, ovvero la buona o cattiva sorte. La pubblicità ci fa vedere i comportamenti, ci esorta a questo o a quel comportamento. Esistiamo perché esistono le nostre azioni. Queste azioni hanno una natura libidinale inconscia, le percepiamo come attrazione. Perché Eros in contrapposizione al rizoma? Con Eros la coppia torna soggetto, è fatta di due soggetti che hanno pulsioni consuete, a volte primordiali o non socializzate, la fantasia amorosa è l'insieme di azioni rivolte a quel soggetto, valide solo per quel soggetto. Se diventiamo un rizoma anche nella sessualità, ecco che diventiamo inutili, l'azione diventerebbe fine a se stessa trascurando le caratteristiche di chi stiamo amando. Accantonato Eros, ridiventiamo solo azioni, la casa, il lavoro, il gitante, il pilota, il gatto, i figli, la palestra, il footing, il cane, il marito, la moglie, ecc. rieccoci, appunto come non soggetti, ma come azioni legate ad altre azioni come concatenamenti meccanici. Viviamo una contraddizione tra contenuto e forma, assumiamo il nostro moto che costituisce la nostra vita. Dimentichiamo facilmente Eros e con lui anche l'empatia per il nostro partner, i nostri sensi non percepiscono più, colui o colei che ci aveva riattivato come soggetti, non viviamo più pensieri e sentimenti che la soggettività ci imponeva. Se siamo ciò che facciamo, diventando azione e imitatori, eccoci mutevoli e iperattivi, con una miriade di piccoli desideri che ci allontanano dal vero desiderio, quello che ci appaga totalmente, quello della nostra singolarità. Nella coppia, Eros sembra andare per conto suo e non dura a lungo, gli affidiamo troppi compiti onerosi ed alcuni proibitivi: alleggerire il senso di solitudine e gestire i distacchi necessari affinché possiamo ridiventare solo azione. Ecco quindi che viviamo preferenze per l'azione, per crearci un''immagine soddisfacente e modaiola, per conseguire un piccolo successo, per un'affermazione lavorativa, per raccontare di una vacanza alle cascate di Iguassù e tutto questo porta alla reciproca disattenzione di coppia che si esaurisce rapidamente. Se avviciniamo una donna che ci piace, ci comportiamo con approssimazione pensando di sapere ogni cosa del rapporto di coppia, trascurando quindi ogni singolarità, ogni particolarità o comportamento o slancio dedicato, perdendoci così tutta la creatività che un rapporto amoroso può dispensarci. Questo produce un cambiare partner con frequenza vertiginosa e arriviamo a sessant'anni senza conoscere le nostre preferenze affettive, emotive e sessuali. Cresciamo emotivamente poco ed eccoci innamorati dai comportamenti quasi sempre infantili, ripetitivi, noiosi, insistendo quindi sull'azione, e avvilendo fantasia, immaginazione e creatività che sono le forze indispensabili per potenziare un rapporto di coppia.
Ai tempi degli imitatori imitati, dei mi piace e del condividi, Eros è ancora molto potente. Talmente potente da resistere alla fine di ogni individualità, oggi soggetto e oggetto non esistono al di fuori della comunicazione, quindi tutto è comunicazione tutto è soggetto o oggetto. Chiariamo, per necessità, il concetto deleuziano di "rizoma", che risponde perfettamente alla domanda "cosa siamo oggi". Il rizoma non è un punto, non è un oggetto definito, non è localizzabile, ma qualcosa che costantemente si trasforma, avendo nella sua dialettica mutatoria la sua ragione di esistere. Più semplicemente ognuno di noi non è più un soggetto tra tanti soggetti ma siamo la scelta delle dinamiche esistenziali a cui aggiungiamo il caso, ovvero la buona o cattiva sorte. La pubblicità ci fa vedere i comportamenti, ci esorta a questo o a quel comportamento. Esistiamo perché esistono le nostre azioni. Queste azioni hanno una natura libidinale inconscia, le percepiamo come attrazione. Perché Eros in contrapposizione al rizoma? Con Eros la coppia torna soggetto, è fatta di due soggetti che hanno pulsioni consuete, a volte primordiali o non socializzate, la fantasia amorosa è l'insieme di azioni rivolte a quel soggetto, valide solo per quel soggetto. Se diventiamo un rizoma anche nella sessualità, ecco che diventiamo inutili, l'azione diventerebbe fine a se stessa trascurando le caratteristiche di chi stiamo amando. Accantonato Eros, ridiventiamo solo azioni, la casa, il lavoro, il gitante, il pilota, il gatto, i figli, la palestra, il footing, il cane, il marito, la moglie, ecc. rieccoci, appunto come non soggetti, ma come azioni legate ad altre azioni come concatenamenti meccanici. Viviamo una contraddizione tra contenuto e forma, assumiamo il nostro moto che costituisce la nostra vita. Dimentichiamo facilmente Eros e con lui anche l'empatia per il nostro partner, i nostri sensi non percepiscono più, colui o colei che ci aveva riattivato come soggetti, non viviamo più pensieri e sentimenti che la soggettività ci imponeva. Se siamo ciò che facciamo, diventando azione e imitatori, eccoci mutevoli e iperattivi, con una miriade di piccoli desideri che ci allontanano dal vero desiderio, quello che ci appaga totalmente, quello della nostra singolarità. Nella coppia, Eros sembra andare per conto suo e non dura a lungo, gli affidiamo troppi compiti onerosi ed alcuni proibitivi: alleggerire il senso di solitudine e gestire i distacchi necessari affinché possiamo ridiventare solo azione. Ecco quindi che viviamo preferenze per l'azione, per crearci un''immagine soddisfacente e modaiola, per conseguire un piccolo successo, per un'affermazione lavorativa, per raccontare di una vacanza alle cascate di Iguassù e tutto questo porta alla reciproca disattenzione di coppia che si esaurisce rapidamente. Se avviciniamo una donna che ci piace, ci comportiamo con approssimazione pensando di sapere ogni cosa del rapporto di coppia, trascurando quindi ogni singolarità, ogni particolarità o comportamento o slancio dedicato, perdendoci così tutta la creatività che un rapporto amoroso può dispensarci. Questo produce un cambiare partner con frequenza vertiginosa e arriviamo a sessant'anni senza conoscere le nostre preferenze affettive, emotive e sessuali. Cresciamo emotivamente poco ed eccoci innamorati dai comportamenti quasi sempre infantili, ripetitivi, noiosi, insistendo quindi sull'azione, e avvilendo fantasia, immaginazione e creatività che sono le forze indispensabili per potenziare un rapporto di coppia.