FRATELLI TUTTI, L'ENCICLICA DI PAPA FRANCESCO... (seconda parte)
FRATELLI TUTTI, L'enciclica di papa Francesco e chi non scrive su commissione.
L’amicizia sociale è piuttosto un concetto teso a contrastare il relativismo dell’odierna struttura capitalistica dematerializzata; Bergoglio osserva, con frasi convincenti, come il relativismo oggi imperante si concretizza in una interpretazione della morale legata solo alla convenienza. Per chi scrive, la "morale della convenienza" è un concetto oramai obsoleto, trito e ritrito. Bene che la critica del relativismo si accompagna all’elogio della gentilezza, ad un appello di taglio religioso di rispetto del prossimo e della natura. Il mondo è agitato da continui conflitti, i poveri sono sempre di più e sempre più poveri, i ricchi sempre di meno e sempre più ricchi, cresce un senso di insicurezza, ora con progressione irrazionale per via del virus. Comprensibile che un Papa cattolico inviti a percorrere la via dell’amicizia solidale e sociale, quale che sia il reddito di ciascuno. Ma la dialettica della storia, con tutto il rispetto che merita il sorridente vescovo di Roma, non può prescindere invece dallo scontro fra interessi sociali contrapposti, dalle lotte di liberazione e di emancipazione. Non ci può essere amicizia sociale con chi si appropria dei frutti della cooperazione sociale e del bene comune distruggendo al tempo, stesso sia la solidarietà, sia le risorse planetarie. Nel settimo capitolo dell’enciclica Bergoglio traccia la linea di idee e di comportamenti che caratterizzano il suo pontificato. Diventa chiara la portata sociale di questa Fratelli tutti, nella netta condanna della pena di morte, e anche dell'ergastolo che viene equiparato ad una pena capitale nascosta. E per quanto il catechismo consenta, in via almeno teorica, una guerra difensiva, il Papa non usa mezzi termini per rilevare quanto sia difficile oggi ipotizzare una "guerra giusta" tanto da concludere con vigore: "mai più la guerra"! Le bombe atomiche americane sganciate sul Giappone e la Shoah sono messe insieme come esempio di quel che non deve essere dimenticato per impedire che accada nuovamente. Questo Papa, così ciarliero e ameno dei primi anni di pontificato ha prodotto una grande spinta verso un rinnovamento della dottrina politica della chiesa di Roma, e basta. Non ci sono socialismi, né comunismi eversivi, altre visioni non né vediamo forse perché qui scriviamo gratis, ovvero senza fare gli interessi di qualcuno che non ha comprato solo il nostro lavoro ma nella commissione a fianco di nome e cognome c'era la dicitura "tutto compreso". Sopra: foto di M. Fagiani
L’amicizia sociale è piuttosto un concetto teso a contrastare il relativismo dell’odierna struttura capitalistica dematerializzata; Bergoglio osserva, con frasi convincenti, come il relativismo oggi imperante si concretizza in una interpretazione della morale legata solo alla convenienza. Per chi scrive, la "morale della convenienza" è un concetto oramai obsoleto, trito e ritrito. Bene che la critica del relativismo si accompagna all’elogio della gentilezza, ad un appello di taglio religioso di rispetto del prossimo e della natura. Il mondo è agitato da continui conflitti, i poveri sono sempre di più e sempre più poveri, i ricchi sempre di meno e sempre più ricchi, cresce un senso di insicurezza, ora con progressione irrazionale per via del virus. Comprensibile che un Papa cattolico inviti a percorrere la via dell’amicizia solidale e sociale, quale che sia il reddito di ciascuno. Ma la dialettica della storia, con tutto il rispetto che merita il sorridente vescovo di Roma, non può prescindere invece dallo scontro fra interessi sociali contrapposti, dalle lotte di liberazione e di emancipazione. Non ci può essere amicizia sociale con chi si appropria dei frutti della cooperazione sociale e del bene comune distruggendo al tempo, stesso sia la solidarietà, sia le risorse planetarie. Nel settimo capitolo dell’enciclica Bergoglio traccia la linea di idee e di comportamenti che caratterizzano il suo pontificato. Diventa chiara la portata sociale di questa Fratelli tutti, nella netta condanna della pena di morte, e anche dell'ergastolo che viene equiparato ad una pena capitale nascosta. E per quanto il catechismo consenta, in via almeno teorica, una guerra difensiva, il Papa non usa mezzi termini per rilevare quanto sia difficile oggi ipotizzare una "guerra giusta" tanto da concludere con vigore: "mai più la guerra"! Le bombe atomiche americane sganciate sul Giappone e la Shoah sono messe insieme come esempio di quel che non deve essere dimenticato per impedire che accada nuovamente. Questo Papa, così ciarliero e ameno dei primi anni di pontificato ha prodotto una grande spinta verso un rinnovamento della dottrina politica della chiesa di Roma, e basta. Non ci sono socialismi, né comunismi eversivi, altre visioni non né vediamo forse perché qui scriviamo gratis, ovvero senza fare gli interessi di qualcuno che non ha comprato solo il nostro lavoro ma nella commissione a fianco di nome e cognome c'era la dicitura "tutto compreso". Sopra: foto di M. Fagiani