I MILLE VOLTI DELLA DONNA (femminismo e identità femminile) Seconda parte
I mille volti della donna (femminismo e identità femminile) Seconda parte
Le reazioni delle femministe al pensiero psicoanalitico sono state e sono violente, perché esso riconduce a un modello rigidamente determinato dalle sue caratteristiche anatomico-fisiologiche. Storicamente è questo l’accaduto, ma negli ultimi anni si è creata una vera tendenza a rivalutare i concetti della psicoanalisi, riconosciuti come strumento indispensabile proprio per supportare il movimento femminista attuale. Diversi studiosi hanno analizzato il rapporto fra psicoanalisi e condizione femminile giungendo alla conclusione che Freud ha descritto e non “prescritto” il modello di femminilità così costruito nell’inconscio dell’individuo di sesso femminile nella società patriarcale. E’ evidente che la “colpa” della psicoanalisi non consiste nell’aver descritto le donne come effettivamente erano e in parte sono ancora, ciò che oggi viene messo in discussione è il fatto che la femminilità sia vista e descritta come una categoria ontologica e biologica, un elemento della natura predeterminato e come tale immutabile. Una realtà statica vincolata al determinismo biologico e al di fuori della storia e dei condizionamenti culturali. Nella realtà odierna, nella nostra società in crisi, le donne stanno cambiando e assai rapidamente, vivono una crisi d’identità tra rifiuto dei vecchi modelli (a volte lucido, a volte caotico e conflittuale), accompagnato all’esigenza di conoscersi come realmente sono al di fuori di quegli standard vecchi e stantii. In questa fase dobbiamo riconoscerne una forte spinta creativa con potenzialità enormi che ancora sono praticamente inutilizzate politicamente ma emergenti nella sfera privata. Proprio questo processo di conoscenza ha bisogno di quegli strumenti psicologici per far luce su aspetti e dinamiche interiori ed ecco che viene rispolverata con successo la psicologia analitica Junghiana come mezzo efficace per quella ricerca di se che le donne stanno voracemente compiendo. In fondo ognuno di noi ha subito il fascino degli strumenti junghiani nella basilare concezione della psiche come una “polarità” dialettica del maschile e del femminile. In questo sforzo di una ricerca d’identità ecco che uno dei temi in cui le donne si imbattono è proprio il masochismo. Ne parlerò successivamente assegnandogli un aspetto collaterale senza considerarlo patologico, ma questa è solo la mia convinzione personale. Continua…