I MILLE VOLTI DELLA DONNA (Identità femminile e scoprirsi sottomessa) Parte quarta.

I MILLE VOLTI DELLA DONNA (Identità femminile e scoprirsi sottomessa) Parte quarta.


I mille volti della donna (idenità femminile tra fantasia e moderazione).
Quando la fortuna ci fa incontrare una sottomessa, ecco che si accende la nostra fantasia. Arrivano gioco, curiosità dell’eccesso, del bizzarro, la sperimentazione, conoscenza, realizzazione e libertà di essere. Quando accade tutto questo, che spesso si manifesta improvviso, fulmineo, ci si accende e si impazzisce di piacere davvero. L’uno è autore e destinatario del piacere dell’altro senza alcun limite. Come si arriva alla dominazione? Come per ogni legame, si inizia dalla simpatia, dall’accettazione e dal piacersi, poi ci si scopre gradualmente, ci si fonde, ma la fusione può prendere la mano. La corrispondenza nel desiderio può divenire coercizione, dominanza, seduzione, sottomissione. Si va quasi sempre oltre, dominazione, controllo, esposizione assoluta del corpo della sottomessa. Da qui iniziano gli ordini, vestiti così, spogliati, fai questo, fai quello, esponiti ecc. Sono situazioni imperiose e complesse. Cosa accade quando si eccede? Se il dominante non ha sufficiente energia psicofisica, non riesce a porre un limite, non è in grado di proteggere i corpi, né di assorbire le conseguenze del risentimento della sottomessa, né sopportare le frustrazioni che ne derivano, ecco che il rapporto potrebbe scadere nel sadismo becero, dove la forte umiliazione della sottomessa diventa eccitazione per il dominante. Questa è la condizione peggiore a cui i protagonisti non dovrebbero mai arrivare. Un dominante racconta di come ha compreso di esserlo: <<Compresi che ero sessualmente un dominante incontrando casualmente una donna di quindici anni più grande di me e che pur avendo vissuto atteggiamenti assimilabili alla sottomissione, nemmeno lei era consapevole di esserlo, fu uno scoprirsi reciproco. Fu lei a portare alla luce la mia vera indentità. Diceva che era un fatto di voce la inquietava, diceva che ero arrogante ma che mi perdonava per il mio "saper fare", "anticipi i miei desideri" e come posso non perdonarti ogni cosa. A distanza di anni posso dire che aveva ragione, ma aveva sorvolato sulla cosa più importante (forse a lei in quel momento non interessava): la moderazione>>. Certamente la moderazione, riduzione, smussamento degli eccessi, in quella cura della “dignità minima” che era un vero culto per gli antichi illuminati greci, una passione tra un dominante,  potente mentalmente, protettivo, che ama moderare, e sottomessa fantasiosa, può assumere il valore di eccellenza. Amare da dominante è prima di tutto un gioco di corrispondenze sottili, di anticipazioni, di duttilità e il resto è messinscena. Tanto più essa diventa estrema, tanto più deve essere partecipata, con la voce, la vicinanza, l’attenzione, l’affetto e infine la sicurezza. Se esiste la complicità non occorre il dialogo, se esiste la passione via tutte le inibizioni, spazio al desiderio di portare la compagna all’estenuazione del godimento e spazio alla più totale fusione dei corpi. Quando sui media leggiamo di danni da sadismo, mi faccio mille domande difronte alle cose più aberranti, turpi ed estreme che accadono in questo tipo di rapporti tra attori assai complicati. Se l’amore può facilmente diventare distruzione di tutto e, anche messa al bando di ogni regola ecco che, se voglio sopravvivere e lasciare incolume e in salute l’adorata sottomessa, devo imporre dei limiti chiari. Gli indico alcune regole che per primo rispetterò e successivamente pretenderò lo stesso da lei. Solo così si può uscire incolumi dalle sbornie amorose, da rapporti complicati, costringenti, logoranti e puntare a una vita di coppia che può essere brillante, amorevole, molto soddisfacente, durevole e mai noiosa.