IL CONFLITTO SOCIO-ECOLOGICO E NUOVE FORME DI SOCIALITA'
La
crisi ecologica globale sta riportando alla luce tutta l’importanza del
pensiero critico. Al centro di questa riflessione c’è
un’evidenza: il capitalismo è incompatibile con la perpetuazione del
vivente, è incompatibile con la tutela ecologica del nostro sistema di
vita. Con il termine vivente intendo infatti qualcosa oltre i concetti
soliti (umani, vegetali,
animali, ecc.) è l’insieme delle presenze planetarie e delle capacità
produttive della vita, comprende, ad esempio, anche la capacità di
produrre il pensiero e di definire la realtà, è tutto ciò che è
vivo. Questa crisi generale è uno scenario in cui agiscono anche alcune
tra le nuove prospettive critiche che stanno attraversando il dibattito
da decenni, obbliga a costruire nuove dinamiche dell’azione politica e
richiede anche di ridefinire
le relazioni e le possibilità concrete di costruire nuove forme di
socialità. Per poter costruire un mondo radicalmente diverso bisogna
confrontarsi con questo scenario, con la crisi in atto e con le
possibilità concrete di mutamento. Il femminismo può diventare elemento rivoluzionario nel ruolo di propulsore di una lunga fase di cratività e mutazione dove sviluppare un nuovo pensiero critico (oggi assente) da opporre all'omologazione generale che difatto paralizza ogni tentativo di cambiamento. E' affascinante il recente femminismo, inteso come arte del divenire, contro le forme persistenti dell’abitudine. Si tratta di un campo di mutazione, uno spazio di variabilità dell’esistente che è
un'affermazione soprattutto fisica, corporea, basata su un concetto allargato di multi-identità. Il mutamento, la plasticità, la potenza del
corpo femminile come antitesi irriducibile all’omologazione maschile. Omologazione oramai soverchiante, che paralizza il mondo dei maschi adulti, supportata dalle logiche di potere centenarie basate sull''identità di genere binaria maschio-femmina e potenziata dal consumismo.