IL DIVENIRE DONNA (Sesta parte, conclusione)
Il divenire donna (Sesta parte, conclusione)
Nella quinta parte abbiamo accennato di come spesso la donna, al contrario dell'uomo sappia trasformare l'umiliazione in potenza, in forza reattiva e ribaltamento. L'umiliazione è quel piano esistenziale che si propone come forza antagonista alla fantasia, è l'uccisione della creatività. L'umiliazione agisce per processi di diminuzione, ma nella donna è un vero incubatore della creatività. In essa nasce l'energia per distruggere i rapporti di potere. Per questo abbiamo parlato di minoritario ovvero, di coloro che si sottraggono alle logiche di dominio creando un nuovo divenire di vita. Vediamo cani ed esseri umani, specificatamente donne, trovare una forma migliore di vivere possibile, grazie a nuove regole. Donna Haraway, teorica del moderno femminismo, ma anche biologa, si interessa molto ai cani. Perché questa specie animale, che ci accompagna da tanti secoli, il cane cacciatore, il cane guardiano, il cane che protegge il suo padrone, oggi ha subito un processo di modificazione irreversibile, essi non possono recuperare l'immagine, l'idea di un branco oramai cancellato. I cani hanno fatto altre relazioni e hanno stipulato altri patti con le altre specie animali alla ricerca di forme di vita migliori. A proposito di ecologia e del preoccuparsi di un eventuale collasso ambientale, ecologico e sociale, il divenire donna può rappresentare lo spostarsi verso un patto sociale che non metta a soqquadro tutto l'esistente, ma che produca una nuova speranza di salvaguardia e miglioramento delle condizioni di vita. Per dare voce al movimento femminista di oggi, il divenire donna esprimerebbe l'apertura alla creazione di un sapere che ancora non c'è. Divenire donna evoca una filosofia senza meta, senza un unico obiettivo, di conseguenza arriviamo da dove eravamo partiti, alla contro-filosofia di Nietzshe. E' vera contro-filosofia perché razza, genere, appartenenze, identità non sono categorie astratte in quanto da esse si sono articolate le narrazioni dominanti. Concludendo, nel divenire animale e nel divenire donna cerchiamo gli anticorpi contro la più potente censura di tutti i tempi, la più sottile e pericolosa che è data dall'annientamento delle capacità critiche e immaginative del pensiero, causa la frantumazione dei saperi. Le strategie di dominio di oggi ci omologano, annientano noi, la nostra storia e tutti i saperi in generale. Fine. Sopra: la donna cyborg di Luis Royo
Nella quinta parte abbiamo accennato di come spesso la donna, al contrario dell'uomo sappia trasformare l'umiliazione in potenza, in forza reattiva e ribaltamento. L'umiliazione è quel piano esistenziale che si propone come forza antagonista alla fantasia, è l'uccisione della creatività. L'umiliazione agisce per processi di diminuzione, ma nella donna è un vero incubatore della creatività. In essa nasce l'energia per distruggere i rapporti di potere. Per questo abbiamo parlato di minoritario ovvero, di coloro che si sottraggono alle logiche di dominio creando un nuovo divenire di vita. Vediamo cani ed esseri umani, specificatamente donne, trovare una forma migliore di vivere possibile, grazie a nuove regole. Donna Haraway, teorica del moderno femminismo, ma anche biologa, si interessa molto ai cani. Perché questa specie animale, che ci accompagna da tanti secoli, il cane cacciatore, il cane guardiano, il cane che protegge il suo padrone, oggi ha subito un processo di modificazione irreversibile, essi non possono recuperare l'immagine, l'idea di un branco oramai cancellato. I cani hanno fatto altre relazioni e hanno stipulato altri patti con le altre specie animali alla ricerca di forme di vita migliori. A proposito di ecologia e del preoccuparsi di un eventuale collasso ambientale, ecologico e sociale, il divenire donna può rappresentare lo spostarsi verso un patto sociale che non metta a soqquadro tutto l'esistente, ma che produca una nuova speranza di salvaguardia e miglioramento delle condizioni di vita. Per dare voce al movimento femminista di oggi, il divenire donna esprimerebbe l'apertura alla creazione di un sapere che ancora non c'è. Divenire donna evoca una filosofia senza meta, senza un unico obiettivo, di conseguenza arriviamo da dove eravamo partiti, alla contro-filosofia di Nietzshe. E' vera contro-filosofia perché razza, genere, appartenenze, identità non sono categorie astratte in quanto da esse si sono articolate le narrazioni dominanti. Concludendo, nel divenire animale e nel divenire donna cerchiamo gli anticorpi contro la più potente censura di tutti i tempi, la più sottile e pericolosa che è data dall'annientamento delle capacità critiche e immaginative del pensiero, causa la frantumazione dei saperi. Le strategie di dominio di oggi ci omologano, annientano noi, la nostra storia e tutti i saperi in generale. Fine. Sopra: la donna cyborg di Luis Royo