IL FUTURO CHE NON C'E' (terza parte)

IL FUTURO CHE NON C'E' (terza parte)

Il futuro che non c'è e la sociologia.
La sociologia così come si manifesta oggi, mossa al solo scopo di asservire l'uomo al consumismo, ci studia, ci categorizza, ci rende individuabili e vulnerabili, non serve al benessere umano. L'uomo rispetto a tutti gli altri viventi, si presenta come l'unico essere capace di trascendere la propria semplice vita organica e di sfuggire a qualsiasi catalogazione. Fare sociologia ha senso soltanto nella misura in cui serve ad aiutare gli uomini nel loro percorso di vita. E' dalle scelte degli uomini che dipende la differenza tra una vita "umana" e una "inumana" e la società di oggi è un marchingegno che tende a eliminare questa differenza. La sociologia utile non analizza e codifica la finalità dell'essere umano, ma piuttosto resta aperta alla molteplicità del soggetto che diviene nello stesso tempo conoscitore e scopritore di se stesso e delle sue potenzialità. Questo genere di uomo potrebbe facilmente sfuggire all'alienazione generata dal potere di un mondo considerato l'unico reale, e ammissibile, di conseguenza inevitabile. Ecco quindi l'uomo come soggetto attivo, costantemente proteso verso la libertà di scegliere tra tanti modi possibili di essere, eludendo ogni forma di standardizzazione e istituzionalizzazione della vita, la quale si caratterizza come "umana" in quanto imprevedibile. Il sociologo, quindi, dovrebbe essere colui che attraverso l'empatia, studia gli esseri umani per giungere restando sul "come si comportano" e non sul "perché si comportano", questo metterebbe alla porta ogni forma di utilitarismo che allontanerebbe la subordinazione al potere. Come ci dice benissimo Bauman: <<L'uomo deve essere un soggetto capace di volere e scegliere liberamente al di là dell'imposizione, della catalogazione effettuata dal potere>>. Ogni individuo deve diventare un essere "creatore di vita" "creatore del mondo", che si esalta attraverso l'attività creatrice della cultura, e sempre citando Bauman: <<l'esclusività dell'uomo, nel senso che, di tutti gli esseri viventi solo lui è in grado di mettere alla prova la porpria realtà per puntare a un significato, una giustizia, una libertà e un bene più profondi sia individuali che collettivi>>. Qui abbiamo chiara la percezione che l'individuo è l'unico essere capace di trascendere la propria semplice vita organica e di sfuggire a qualsiasi convenzione e catalogazione. La sociologia, vista in questa funzione, è lo strumento di conoscenza indispensabile che ci porterebbe ad un'analisi di quello che ci sta accadendo oggi, necessaria per avanzare un'idea di futuro e renderla meno spaventosa.