IL PROGETTO PENSIERI RAPIDI
Il progetto web PENSIERI RAPIDI
In questi giorni il progetto PENSIERI RAPIDI compie 9 anni. Nata con il nome Abv Accademia, i post di questa iniziativa dovevano avere la brevità tipica della comunicazione online e un senso compiuto come singolo post e in caso di "ricerca" o piccolo saggio, anche un significato complessivo basato su una seguenza di post a seguire numerati. A seguito di pressioni da parte di una rivista cattolica Abv Accademia chiude a fine 2019 per proseguire con dominio Silvano Fagiani, il resto è tutto su queste pagine "lentamente" attive del blog. Perché lentamente attive, perché il blog è nato e conserva ancora oggi una sua originalità ed è costituito da testi, foto, disegni, progetti, ideati e realizzati dal sottoscritto e pochi intimi. Ancora oggi non esiste una redazione. La proprietà intellettuale dei contenuti del blog è degli ideatori, ma anche di tutti coloro che in maniera anonima o visibile, diretta o indiretta, hanno contribuito alla qualità dei contenuti. Il blog PENSIERI RAPIDI è un progetto di ricerca che nasce dall’esigenza di ridare espressione a tutte quelle istanze di pensiero che fanno parte dello scommettersi con la vita e i suoi molteplici divenire. E' inteso senza filtri editoriali, né limitazioni ideologiche esterne. Non vuole entrare in collisione con enti potenti e strutturati attualmente presenti sul web. Non vuole una presenza attiva sui social senza trascurare canali di divulgazione necessari. Questo sforzo amatoriale può essere realizzato solo ed esclusivamente con risorse finanziarie provenienti da altre attività lavorative degli autori. Molti di voi sanno quanto è difficile attualmente rinvenire ambiti precisi di produzione dei saperi, tutti quei centri di pensiero che fino ai primi anni Settanta avevano svolto la funzione di veri e propri punti di riferimento per la creazione di idee e di pratiche di ricerca appaiono oggi in crisi. Le ragioni di tale crisi sono di varia natura ma è utile qui richiamarne almeno due: il divorzio tra conoscenze e pensiero critico, nonché la dispersione delle intelligenze a fronte di un rapido processo di svuotamento di tutti gli spazi deputati alla ricerca. Nel primo caso, la rottura del rapporto con un certo modo di intendere la dimensione politica e dunque pubblica del pensiero ha finito con il dissolvere tutta una serie di ambiti, situazioni e riflessioni che tentavano di interrogarsi sul prodursi degli eventi e sulle loro espressioni. Questo legame, oggi venuto meno, svolgeva un tempo una funzione di “presa diretta” sullo stato delle cose. Inoltre, in molti luoghi istituzionali il sapere si è tradotto nella costruzione dell’ennesima cinghia di trasmissione tra ceti intellettuali e comunicazione. Senza trascurare l'importanza del web come strumento che è riuscito a ridare voce e spazio di visibilità a coloro a cui le leggi della pubblicità lo avevano negato sulla carta stampata. Oggi assistiamo a un altro processo molto potente, l'affermarsi di una nuova censura che separa in modo drastico le nuove élite dai consumatori dei prodotti della cultura di massa. La dematerializzazione della vita si traduce in un costante movimento di contraffazione degli eventi. In questo trasmutarsi delle forme di comunicazione e dei saperi si verifica anche una vera e propria destrutturazione degli statuti disciplinari: la divulgazione impone un appiattimento della complessità stessa dei linguaggi. Quest’appiattimento finisce con il provocare una sorta di cortocircuito dell’affabulazione: si ipotizza e si costruisce un’idea di pubblico cui rivolgersi, lo si sonda in ragione dell’età, dell’istruzione e dei bisogni e lo si produce come un universale vuoto al quale riferire un’offerta che diviene necessariamente sempre più atona e banale. Il soggetto consumatore a questo punto, posto nel ruolo dello spettatore consumatore passivo, non potrà che aderire alla natura dell’offerta che gli viene proposta. Il nostro blog ha la presunzione di sottrarre alcuni di noi a questo misfatto. Ci preme precisare che un sistema così ben rodato viene tristemente replicato negli ambiti più diversi, spesso destituiti di ogni potere, ma ammaliati dalla possibilità di poter comunque occupare degli spazi in cui apparire. PENSIERI RAPIDI nel corso di questi anni ha voluto continuare a essere un ambito di riflessione ostinatamente interessato alla dimensione sociale-filosofico-politica, di un presente che per quanto frammentato continua a produrre spazi e aperture che indicano percorsi diversi da coloro che intendono rigidamente perimetrare le trasformazioni e i bisogni delle esistenze. Abbiamo inserito questo post perché in tanti ci hanno chiesto il perché della nostra "anarchia" in un marasma di comunicazione frammentaria e improvvisata, rientrante in una omologazione derivata dalla caccia ai banner pubblicitari. Spero di avervi risposto con la nostra solita attenzione.
In questi giorni il progetto PENSIERI RAPIDI compie 9 anni. Nata con il nome Abv Accademia, i post di questa iniziativa dovevano avere la brevità tipica della comunicazione online e un senso compiuto come singolo post e in caso di "ricerca" o piccolo saggio, anche un significato complessivo basato su una seguenza di post a seguire numerati. A seguito di pressioni da parte di una rivista cattolica Abv Accademia chiude a fine 2019 per proseguire con dominio Silvano Fagiani, il resto è tutto su queste pagine "lentamente" attive del blog. Perché lentamente attive, perché il blog è nato e conserva ancora oggi una sua originalità ed è costituito da testi, foto, disegni, progetti, ideati e realizzati dal sottoscritto e pochi intimi. Ancora oggi non esiste una redazione. La proprietà intellettuale dei contenuti del blog è degli ideatori, ma anche di tutti coloro che in maniera anonima o visibile, diretta o indiretta, hanno contribuito alla qualità dei contenuti. Il blog PENSIERI RAPIDI è un progetto di ricerca che nasce dall’esigenza di ridare espressione a tutte quelle istanze di pensiero che fanno parte dello scommettersi con la vita e i suoi molteplici divenire. E' inteso senza filtri editoriali, né limitazioni ideologiche esterne. Non vuole entrare in collisione con enti potenti e strutturati attualmente presenti sul web. Non vuole una presenza attiva sui social senza trascurare canali di divulgazione necessari. Questo sforzo amatoriale può essere realizzato solo ed esclusivamente con risorse finanziarie provenienti da altre attività lavorative degli autori. Molti di voi sanno quanto è difficile attualmente rinvenire ambiti precisi di produzione dei saperi, tutti quei centri di pensiero che fino ai primi anni Settanta avevano svolto la funzione di veri e propri punti di riferimento per la creazione di idee e di pratiche di ricerca appaiono oggi in crisi. Le ragioni di tale crisi sono di varia natura ma è utile qui richiamarne almeno due: il divorzio tra conoscenze e pensiero critico, nonché la dispersione delle intelligenze a fronte di un rapido processo di svuotamento di tutti gli spazi deputati alla ricerca. Nel primo caso, la rottura del rapporto con un certo modo di intendere la dimensione politica e dunque pubblica del pensiero ha finito con il dissolvere tutta una serie di ambiti, situazioni e riflessioni che tentavano di interrogarsi sul prodursi degli eventi e sulle loro espressioni. Questo legame, oggi venuto meno, svolgeva un tempo una funzione di “presa diretta” sullo stato delle cose. Inoltre, in molti luoghi istituzionali il sapere si è tradotto nella costruzione dell’ennesima cinghia di trasmissione tra ceti intellettuali e comunicazione. Senza trascurare l'importanza del web come strumento che è riuscito a ridare voce e spazio di visibilità a coloro a cui le leggi della pubblicità lo avevano negato sulla carta stampata. Oggi assistiamo a un altro processo molto potente, l'affermarsi di una nuova censura che separa in modo drastico le nuove élite dai consumatori dei prodotti della cultura di massa. La dematerializzazione della vita si traduce in un costante movimento di contraffazione degli eventi. In questo trasmutarsi delle forme di comunicazione e dei saperi si verifica anche una vera e propria destrutturazione degli statuti disciplinari: la divulgazione impone un appiattimento della complessità stessa dei linguaggi. Quest’appiattimento finisce con il provocare una sorta di cortocircuito dell’affabulazione: si ipotizza e si costruisce un’idea di pubblico cui rivolgersi, lo si sonda in ragione dell’età, dell’istruzione e dei bisogni e lo si produce come un universale vuoto al quale riferire un’offerta che diviene necessariamente sempre più atona e banale. Il soggetto consumatore a questo punto, posto nel ruolo dello spettatore consumatore passivo, non potrà che aderire alla natura dell’offerta che gli viene proposta. Il nostro blog ha la presunzione di sottrarre alcuni di noi a questo misfatto. Ci preme precisare che un sistema così ben rodato viene tristemente replicato negli ambiti più diversi, spesso destituiti di ogni potere, ma ammaliati dalla possibilità di poter comunque occupare degli spazi in cui apparire. PENSIERI RAPIDI nel corso di questi anni ha voluto continuare a essere un ambito di riflessione ostinatamente interessato alla dimensione sociale-filosofico-politica, di un presente che per quanto frammentato continua a produrre spazi e aperture che indicano percorsi diversi da coloro che intendono rigidamente perimetrare le trasformazioni e i bisogni delle esistenze. Abbiamo inserito questo post perché in tanti ci hanno chiesto il perché della nostra "anarchia" in un marasma di comunicazione frammentaria e improvvisata, rientrante in una omologazione derivata dalla caccia ai banner pubblicitari. Spero di avervi risposto con la nostra solita attenzione.