LA COPPIA E IL SESSO (Prima parte) LA MIA GENERAZIONE
La coppia e il sesso (prima parte) La mia generazione
Alla mia generazione chiedo: cosa è stato e cos'è oggi un rapporto sessuale?
Quando proviamo a dire su questi argomenti ci prendiamo dei rischi seri di prevaricare gli altri, ma se tante voci ammettono una specie di atteggiamento comune ecco che azzardiamo e poniamo una domanda più pertinente: che cosa è (per i più) e che cosa dovrebbe essere (per il mio modesto parere) un rapporto sessuale?
Ai miei nemici sarà un'opportunità seria per inviare parolacce, ma la mia impressione o meglio dai racconti di alcune mie coetanee affettuose, pare che il rapporto sessuale sia poco più che uno sfregamento recirpoco dei loro corpi, ovvero gesto meccanico, ripetitivo, sempre uguale a se stesso, monotono, insoddisfacente e alla lunga noiosissimo. Aggiungo io che il sesso soddisfacente avviene per merito delle donne che si innamorano e della loro straordinaria creatività che si esalta in quello stato di grazia. Se non fossero loro a osare o appassionarsi tutto sarebbe ancora peggio, il maschio, concentrato sul suo baricentro fallico, sembra indifferente alla creatività femminile e la lascia evaporare. Nel migliore dei casi sembra un’occasione, un momento di conferma e rassicurazione affettiva reciproche nelle due identità. Fare sesso insomma, è qualcosa che attiene più alla sfera emotiva, sentimentale ed affettiva, che a quella specificamente corporea dell’erotismo, della libido, in senso stretto. Non c’è da meravigliarsi, dunque, che per la maggior parte degli individui la vita sessuale risulti, una volta esauritasi la breve fase iniziale della passione e dell’entusiasmo, ben poco gratificante se non del tutto insoddisfacente. Fare sesso non ha la considerazione che merita ed occupa un posto tutto sommato poco o per nulla significativo nella “economia” del benessere esistenziale, fisico, emotivo, intellettuale, spirituale in senso lato. La vita sessuale delle persone, invece a mio avviso, potrebbe essere molto diversa, molto più soddisfacente, se solo si avesse un poco di consapevolezza in più delle sue enormi potenzialità. Soprattutto, se si fosse disposti a liberarsi dei tanti tabù (un misto di paure e di pregiudizi) che ancora oggi ci affliggono nonostante l’apparente liberazione che essa sembra avere avuto soprattutto negli ultimi 60/70 anni. Cosa potrebbe essere invece un rapporto sessuale? Dovrebbe essere innanzitutto un atto di conoscenza, di vera conoscenza, dell’altra/o. Conoscenza, quindi, che non si ferma, non può concludersi al primo rapporto sessuale, ma ha bisogno di approfondirsi, adattarsi agli "attori", crescere con il ripetersi, il reiterarsi dei rapporti sessuali come un lungo percorso di conoscenza. Per cui ogni nuovo rapporto sessuale può essere diverso da quelli che lo hanno preceduto. Quindi non un atto meccanico, non un gesto atletico stancamente ripetitivo e routinario, ma un atto sempre nuovo, che aggiunge ulteriori tasselli alla conoscenza libidica dell’altro/a, che è potenzialmente infinita, inesauribile. In secondo luogo l’atto sessuale dovrebbe e potrebbe essere la situazione esistenziale nella quale si realizza, nella maniera più appagante possibile il bisogno, l’esigenza di trascendenza che sono insiti in ogni esistenza umana. Da questo punto di vista un rapporto sessuale dovrebbe (e potrebbe) essere un atto di trasgressione, nel senso letterale del termine, questo potrebbe byapassare qualche tabù e andare oltre. Non tanto nel senso di trasgredire le norme del comune senso del pudore, ma nel senso di sfidare e superare continuamente le proprie paure, le proprie vergogne, le proprie ritrosie, i propri tabù, confrontandosi in continuazione con i lati e gli aspetti più scabrosi e perturbanti di sé. Una specie di portale mistico, non religioso, ma un'esperienza laica che trascende verso una potente unione il più possibile intima e completa con il Tutto, con l'Universo che ci circonda.
Alla mia generazione chiedo: cosa è stato e cos'è oggi un rapporto sessuale?
Quando proviamo a dire su questi argomenti ci prendiamo dei rischi seri di prevaricare gli altri, ma se tante voci ammettono una specie di atteggiamento comune ecco che azzardiamo e poniamo una domanda più pertinente: che cosa è (per i più) e che cosa dovrebbe essere (per il mio modesto parere) un rapporto sessuale?
Ai miei nemici sarà un'opportunità seria per inviare parolacce, ma la mia impressione o meglio dai racconti di alcune mie coetanee affettuose, pare che il rapporto sessuale sia poco più che uno sfregamento recirpoco dei loro corpi, ovvero gesto meccanico, ripetitivo, sempre uguale a se stesso, monotono, insoddisfacente e alla lunga noiosissimo. Aggiungo io che il sesso soddisfacente avviene per merito delle donne che si innamorano e della loro straordinaria creatività che si esalta in quello stato di grazia. Se non fossero loro a osare o appassionarsi tutto sarebbe ancora peggio, il maschio, concentrato sul suo baricentro fallico, sembra indifferente alla creatività femminile e la lascia evaporare. Nel migliore dei casi sembra un’occasione, un momento di conferma e rassicurazione affettiva reciproche nelle due identità. Fare sesso insomma, è qualcosa che attiene più alla sfera emotiva, sentimentale ed affettiva, che a quella specificamente corporea dell’erotismo, della libido, in senso stretto. Non c’è da meravigliarsi, dunque, che per la maggior parte degli individui la vita sessuale risulti, una volta esauritasi la breve fase iniziale della passione e dell’entusiasmo, ben poco gratificante se non del tutto insoddisfacente. Fare sesso non ha la considerazione che merita ed occupa un posto tutto sommato poco o per nulla significativo nella “economia” del benessere esistenziale, fisico, emotivo, intellettuale, spirituale in senso lato. La vita sessuale delle persone, invece a mio avviso, potrebbe essere molto diversa, molto più soddisfacente, se solo si avesse un poco di consapevolezza in più delle sue enormi potenzialità. Soprattutto, se si fosse disposti a liberarsi dei tanti tabù (un misto di paure e di pregiudizi) che ancora oggi ci affliggono nonostante l’apparente liberazione che essa sembra avere avuto soprattutto negli ultimi 60/70 anni. Cosa potrebbe essere invece un rapporto sessuale? Dovrebbe essere innanzitutto un atto di conoscenza, di vera conoscenza, dell’altra/o. Conoscenza, quindi, che non si ferma, non può concludersi al primo rapporto sessuale, ma ha bisogno di approfondirsi, adattarsi agli "attori", crescere con il ripetersi, il reiterarsi dei rapporti sessuali come un lungo percorso di conoscenza. Per cui ogni nuovo rapporto sessuale può essere diverso da quelli che lo hanno preceduto. Quindi non un atto meccanico, non un gesto atletico stancamente ripetitivo e routinario, ma un atto sempre nuovo, che aggiunge ulteriori tasselli alla conoscenza libidica dell’altro/a, che è potenzialmente infinita, inesauribile. In secondo luogo l’atto sessuale dovrebbe e potrebbe essere la situazione esistenziale nella quale si realizza, nella maniera più appagante possibile il bisogno, l’esigenza di trascendenza che sono insiti in ogni esistenza umana. Da questo punto di vista un rapporto sessuale dovrebbe (e potrebbe) essere un atto di trasgressione, nel senso letterale del termine, questo potrebbe byapassare qualche tabù e andare oltre. Non tanto nel senso di trasgredire le norme del comune senso del pudore, ma nel senso di sfidare e superare continuamente le proprie paure, le proprie vergogne, le proprie ritrosie, i propri tabù, confrontandosi in continuazione con i lati e gli aspetti più scabrosi e perturbanti di sé. Una specie di portale mistico, non religioso, ma un'esperienza laica che trascende verso una potente unione il più possibile intima e completa con il Tutto, con l'Universo che ci circonda.