LA CREATIVITA' FEMMINILE AVANZA CON L'ETA'
La creatività femminile avanza con l'età.
Oramai sono certo, partendo dall'esperienza personale, attraversando i social e i siti di incontri che ci descrivono numerosissime donne di qualità come e più di Facebook o Tumblr ecc., posso affermare con certezza che quasi tutte le donne aumentano la loro creatività con i crescere degli anni. Molti ricorderanno il pregiudizio secolare del "Vituperium in vetulam" che nel descrivere la donna a partire dalla fine della fertilità usava appellativi come strega, suocera, e inevitabilmente acida. Tutto distorto, tutto obsoleto, come distorta è stata la considerazione della donna fatta dalle religioni monoteiste. L'unica questione è la fine della procreatività dove scienza e femminismo hanno affondato le loro attività per procrastinarla, portarla a un'età più avanzata. Intanto torniamo sul concetto di creatività. Oggi è una prerogativa estesa dagli inventori ai pubblicitari, ai designer, che non vengono indicati come "inventori" perché si scopiazzaano l'un l'altro seguendo filoni modaioli al servizio delle "leggi del mercato" indicate e consacrate dal mondo finanziario. A costoro e a quello che ci viene sbattuto sotto gli occhi, possiamo aggiungere che nella realtà è un processo molto più esteso: la creazione riguarda non solo l’arte, la scienza o la filosofia, ma anche la vita quotidiana. E per farlo servono due elementi. Innanzitutto la fatica, e la fatica è assai donna: l’idea nuova non è un bel venticello che ti sfiora all’improvviso, lo confermano tutti gli studi sulle scoperte matematiche, è la punta ma sotto ci deve essere l’iceberg, è grazie al lavorio incessante del periodo che precede un'invenzione che essa diventa compiuta, e preziosa. E' il pensiero analogico e non digitale (che nasce e cresce solo dal presente) che consente al nuovo di nascere dal vecchio. Il nuovo nasce in analogia col vecchio, per somiglianza. (la carrozza ferroviaria deriva da quella a cavalli). Ma torniamo alle donne non più giovani. Il linguaggio della creatività, da Platone in poi, si è formato per analogia su quello della maternità: si dice “partorire un concetto”, “mettere al mondo un’idea”, magari “dopo una lunga gestazione”. Ma attenzione, espropriando le donne, confinandole alla pro-creazione: c’è sempre “la paternità di un’idea”, mai la maternità. L’idea può essere partorita “con travaglio”, la famosa fatica, esclusivamente dalla mente maschile, (vergogna uomini). Socrate, attraverso Platone che ne scrive I Dialoghi, evoca la figura di sua madre che era una levatrice con una similitudine: come lei aiutava le giovani a mettere al mondo i figli, così io aiuto i giovani a mettere al mondo le idee. Attenzione questo è un concetto abolito, messo in parte, anche dal femminismo politico, che a causa di secolari sconfitte della condizione femminile rifiuta di vedere la creatività femminile come il risultato di un'intimità collaboratrice con quella maschile, viene nascosto che una donna, per potenziare la sua creatività e la conoscenza di se stessa, ha bisogno del contatto potente con l'uomo. La procreazione è al tempo stesso, la creazione per eccellenza. E' da questo fatto unico che un anziano gioca una partita diversa da una coetanea sul piano della desiderabilità. I media sono i peggiori conformisti, asserviti a un maschilismo di convenienza. La TV è piena di opinionisti: uomini creativamente capaci di elaborare un pensiero. Le donne presenti sono per lo più giornaliste: fanno domande ai maschi, e questo è veramente vessatorio perché il diritto di replica è sovente negato. Anche nel loro partito esse esprimono il parere del gruppo politico, non il proprio. All'interno delle forze politiche e nelle istituzioni sono spesso tenute in disparte e questo accade soprattutto in Italia. Un'Italia che resta il fanalino di cosa per i diritti civili. Oggi si rende necessario, ad esempio, che Angela Merkel sia studiata come modello nelle scuole secondarie inferiori. Ma anche senza essere la Merkel la vena creativa delle donne di una certa età si esprime in mille modi, nello sport, nel tempo libero, nell'alimentazione, nella cosmetica, nell'arte, nell'aggregazione sociale, nel ricomporre una famiglia su basi e interessi nuovi, e resta il mezzo che trascina gli uomini fuori dall'omologazione che li opprime. Oggi se c'è innovazione nei rapporti uomo-donna è sempre per le qualità di quest'ultima che la vita produce un avanzamento, un miglioramento, perché il valore terra-donna in senso ecosofico a qualunque età esce fuori. E questo è il nostro futuro.
Oramai sono certo, partendo dall'esperienza personale, attraversando i social e i siti di incontri che ci descrivono numerosissime donne di qualità come e più di Facebook o Tumblr ecc., posso affermare con certezza che quasi tutte le donne aumentano la loro creatività con i crescere degli anni. Molti ricorderanno il pregiudizio secolare del "Vituperium in vetulam" che nel descrivere la donna a partire dalla fine della fertilità usava appellativi come strega, suocera, e inevitabilmente acida. Tutto distorto, tutto obsoleto, come distorta è stata la considerazione della donna fatta dalle religioni monoteiste. L'unica questione è la fine della procreatività dove scienza e femminismo hanno affondato le loro attività per procrastinarla, portarla a un'età più avanzata. Intanto torniamo sul concetto di creatività. Oggi è una prerogativa estesa dagli inventori ai pubblicitari, ai designer, che non vengono indicati come "inventori" perché si scopiazzaano l'un l'altro seguendo filoni modaioli al servizio delle "leggi del mercato" indicate e consacrate dal mondo finanziario. A costoro e a quello che ci viene sbattuto sotto gli occhi, possiamo aggiungere che nella realtà è un processo molto più esteso: la creazione riguarda non solo l’arte, la scienza o la filosofia, ma anche la vita quotidiana. E per farlo servono due elementi. Innanzitutto la fatica, e la fatica è assai donna: l’idea nuova non è un bel venticello che ti sfiora all’improvviso, lo confermano tutti gli studi sulle scoperte matematiche, è la punta ma sotto ci deve essere l’iceberg, è grazie al lavorio incessante del periodo che precede un'invenzione che essa diventa compiuta, e preziosa. E' il pensiero analogico e non digitale (che nasce e cresce solo dal presente) che consente al nuovo di nascere dal vecchio. Il nuovo nasce in analogia col vecchio, per somiglianza. (la carrozza ferroviaria deriva da quella a cavalli). Ma torniamo alle donne non più giovani. Il linguaggio della creatività, da Platone in poi, si è formato per analogia su quello della maternità: si dice “partorire un concetto”, “mettere al mondo un’idea”, magari “dopo una lunga gestazione”. Ma attenzione, espropriando le donne, confinandole alla pro-creazione: c’è sempre “la paternità di un’idea”, mai la maternità. L’idea può essere partorita “con travaglio”, la famosa fatica, esclusivamente dalla mente maschile, (vergogna uomini). Socrate, attraverso Platone che ne scrive I Dialoghi, evoca la figura di sua madre che era una levatrice con una similitudine: come lei aiutava le giovani a mettere al mondo i figli, così io aiuto i giovani a mettere al mondo le idee. Attenzione questo è un concetto abolito, messo in parte, anche dal femminismo politico, che a causa di secolari sconfitte della condizione femminile rifiuta di vedere la creatività femminile come il risultato di un'intimità collaboratrice con quella maschile, viene nascosto che una donna, per potenziare la sua creatività e la conoscenza di se stessa, ha bisogno del contatto potente con l'uomo. La procreazione è al tempo stesso, la creazione per eccellenza. E' da questo fatto unico che un anziano gioca una partita diversa da una coetanea sul piano della desiderabilità. I media sono i peggiori conformisti, asserviti a un maschilismo di convenienza. La TV è piena di opinionisti: uomini creativamente capaci di elaborare un pensiero. Le donne presenti sono per lo più giornaliste: fanno domande ai maschi, e questo è veramente vessatorio perché il diritto di replica è sovente negato. Anche nel loro partito esse esprimono il parere del gruppo politico, non il proprio. All'interno delle forze politiche e nelle istituzioni sono spesso tenute in disparte e questo accade soprattutto in Italia. Un'Italia che resta il fanalino di cosa per i diritti civili. Oggi si rende necessario, ad esempio, che Angela Merkel sia studiata come modello nelle scuole secondarie inferiori. Ma anche senza essere la Merkel la vena creativa delle donne di una certa età si esprime in mille modi, nello sport, nel tempo libero, nell'alimentazione, nella cosmetica, nell'arte, nell'aggregazione sociale, nel ricomporre una famiglia su basi e interessi nuovi, e resta il mezzo che trascina gli uomini fuori dall'omologazione che li opprime. Oggi se c'è innovazione nei rapporti uomo-donna è sempre per le qualità di quest'ultima che la vita produce un avanzamento, un miglioramento, perché il valore terra-donna in senso ecosofico a qualunque età esce fuori. E questo è il nostro futuro.