LA NOSTRA SINGOLARITA' MUORE TROPPE VOLTE
La nostra singolarità muore troppe volte.
La massa è il luogo sociologico in cui l'uomo come individuo muore, non esiste più. Abbiamo un nemico subdolo che è la perdita di senso delle cose che facciamo e che determina il mondo in cui stiamo vivendo. Le ideologie non ci sono più, e nemmeno gli steccati che imprigionavano tanti di noi, quei muri ingombranti e limitativi che opprimevano le nostre teste. Non si sopportavano più le opinioni ufficiali dei partiti o dei commentatori prezzolati, si cercava l'esperienza diretta con cui confrontarsi, si seguivano artisti che avevano un'opinione diversa. Oggi tutti vogliamo esprimere i cavoli nostri dando loro un senso collettivo, e Facebook qui, ha intuito in maniera formidabile questo desiderio di esporre in pubblico il proprio privato. Alcune trasmissioni televisive hanno fatto lo stesso e sono le più seguite. Ognuno si riconosce in qualcun'altro: <<anch'io ho provato questi disagi, queste emozioni, questi accaduti, io sono come lui>>. Nasce da qui, da questa frammentazione dell'appartenenza, il populismo deleterio che si estende, e su cui politici, con pochi scrupoli e poco interesse sulle esigenze dei cittadini, costruiscono giorno dopo giorno il proprio potere. I Social sono un detonatore del populismo, piccole rabbie che si consolidano, raggruppano ed estendono, fino a diventare migliaia di Follower di questo o quel politico che li sa utilizzare. Tutta la società ha operato una serie di livellamenti, in cui l'esperienza di ognuno di noi può identificarsi con l'esperienze di tantissimi altri, indipendentemente dai ruoli sociali, ma fare del populismo in politica è fuori luogo è fuori dal tempo e soprattutto disonesto.