LA POTENZA DI EROS, IL RIZOMA DI DELEUZE E I SESSANTENNI INFANTILI.
Ai tempi degli imitatori imitati, dei mi piace e del condividi, Eros è
ancora molto potente. Talmente potente da resistere alla fine di ogni
individualità, oggi soggetto e oggetto non esistono al di fuori della
comunicazione, quindi tutto è comunicazione tutto è soggetto o oggetto.
Chiariamo, per necessità, il concetto deleuziano di "rizoma", che
risponde perfettamente alla domanda "cosa siamo oggi". Il rizoma non
è un punto, non è un oggetto definito, non è localizzabile, ma qualcosa che
costantemente si trasforma, avendo nella sua dialettica mutatoria la sua
ragione di esistere. Più semplicemente ognuno di noi non è più un soggetto tra
tanti soggetti ma siamo la scelta delle dinamiche esistenziali a cui
aggiungiamo il caso, ovvero la buona o cattiva sorte. La pubblicità ci fa
vedere i comportamenti, ci esorta a questo o a quel comportamento. Esistiamo
perché esistono le nostre azioni. Queste azioni hanno una natura libidinale
inconscia, le percepiamo come attrazione. Perché Eros in contrapposizione al
rizoma? Con Eros la coppia torna soggetto, è fatta di due soggetti che hanno
pulsioni consuete, a volte primordiali o non socializzate, la fantasia amorosa
è l'insieme di azioni rivolte a quel soggetto, valide solo per quel soggetto.
Se diventiamo un rizoma anche nella sessualità, ecco che diventiamo inutili,
l'azione diventerebbe fine a se stessa trascurando le caratteristiche di chi
stiamo amando. Accantonato Eros, ridiventiamo solo azioni, la casa, il lavoro,
il gitante, il pilota, il gatto, i figli, la palestra, il footing, il cane, il
marito, la moglie, ecc. rieccoci, appunto come non soggetti, ma come azioni
legate ad altre azioni come concatenamenti meccanici. Viviamo una
contraddizione tra contenuto e forma, assumiamo il nostro moto che costituisce
la nostra vita. Dimentichiamo facilmente Eros e con lui anche l'empatia per il
nostro partner, i nostri sensi non percepiscono più, colui o colei che ci aveva
riattivato come soggetti, non viviamo più pensieri e sentimenti che la
soggettività ci imponeva. Se siamo ciò che facciamo, diventando azione e
imitatori, eccoci mutevoli e iperattivi, con una miriade di piccoli desideri
che ci allontanano dal vero desiderio, quello che ci appaga totalmente. Nella
coppia, Eros sembra andare per conto suo e non dura a lungo, gli affidiamo
troppi compiti onerosi ed alcuni proibitivi: alleggerire il senso di solitudine
e gestire i distacchi necessari affinché possiamo ridiventare solo azione. Ecco quindi che viviamo preferenze per l'azione, per crearci un''immagine soddisfacente e modaiola, per conseguire un piccolo successo, per un'affermazione lavorativa, per raccontare di una vacanza alle cascate di Iguassù e tutto questo porta alla reciproca disattenzione di coppia che si esaurisce rapidamente. Cambiamo partner con frequenza vertiginosa e arriviamo a sessantanni senza conoscere le nostre preferenze emotive e sessuali. Evitiamo di crescere ed eccoci sempre alle prese con amori infantili, ridicolo.