LA TERRIFICANTE POLMONITE
La terrificante polmonite che non fa respirare è la trincea della natura contro l'espansione umana.
Già la natura, essa mi ha sempre messo soggezione: si manifesta potente dove non c'è presenza umana, o dove l'uomo è poco visibile o di passaggio. Quando saliamo in montagna in zone remote, ecco che ci troviamo dentro un pezzo di mondo com'era prima di noi e come continuerà ad essere dopo di noi. La natura è completamente indifferente a noi, non ci percepisce, né ci "sente", incute timore per l'immenso che ci sovrasta, nello stesso tempo ci incute rispetto e stupore. La bellezza della natura non è un'opera d'arte dI qualcuno, è uno stato di momentaneo equilibrio tra energie non misurabili: eruzioni, uragani, meteoriti, terremoti, allagamenti e incendi. Populonia è una baia leggendaria per quiete e bellezza. Riparata dal libeccio è un'oasi di pace tra uomo e natura. Il genere umano ha da sempre stabilito con il territorio rapporti di forza oscillanti tra difesa e conquista. Ai giorni nostri, è evidente che l'ambiente non "circonda" più, è invece assediato dall'espansione numerica dell'uomo e dei suoi mezzi di sfruttamento. L'ambiente è sopraffatto. Ma ecco che un’epidemia di polmonite interrompe l’intensità dell’attività umana. I governi stabiliscono restrizioni e rallentamenti. L’effetto pausa produce segnali di rianimazione dell’ambiente, dai cieli alle acque. Un intervallo relativamente breve mostra che la minore pressione produttiva fa riprendere colore alla sbiadita faccia degli elementi. L’ambiente ammalato chiede aria e aiuto a nome di se stesso e del pianeta intero. Il neoliberismo, dissi poco tempo fa, con la sua fame di creare profitto, è come un treno che entra in stazione senza rallentare e travolgerà i blocchi di sicurezza portandoli via e portando via tutti noi con essi. Per la prima volta nel corso della mia vita assisto a questo rovesciamento: l’economia, l’ossessione della sua crescita, sono scalzate dal piedistallo, non sono più misura dei rapporti umani, né delle logiche di potere, né autorità suprema. Improvvisamente la salute pubblica, l’incolumità dei cittadini, il diritto alla vita uguale per tutti, è la nuova parola d’ordine categorica. L'economia è caduta da cavallo, disarcionata dalla medicina. I medici e non gli economisti sono le autorità massime. È una conversione. Migliora il rapporto tra cittadini e Stato, riscopriamo l'appartenenza, la nostra identità italiana, i governi si trasformano da ragionieri garanti del Pil a difensori strenui della comunità, con nuovo senso di uguaglianza. La polmonite ci rende più uguali ha distrutto le logiche di superiorità. Noi umani in isolamento scopriamo quanto sono importanti le persone che ci sono care e in questo momento lontane, scopriamo che sono umanità potenti con cui abbiamo scambiato vita e passioni. Abbiamo paura di non vederle più. Dobbiamo tutti lottare per rimettere in piedi un'economia che eviti sofferenza di tipo "post bellico", si questa è la nostra guerra: mentre oggi cerchiamo di sopravvivere, contemporaneamente tutti dobbiamo impegnarci contro i disagi che presto arriveranno. Nella foto: la baia di Populonia.
Già la natura, essa mi ha sempre messo soggezione: si manifesta potente dove non c'è presenza umana, o dove l'uomo è poco visibile o di passaggio. Quando saliamo in montagna in zone remote, ecco che ci troviamo dentro un pezzo di mondo com'era prima di noi e come continuerà ad essere dopo di noi. La natura è completamente indifferente a noi, non ci percepisce, né ci "sente", incute timore per l'immenso che ci sovrasta, nello stesso tempo ci incute rispetto e stupore. La bellezza della natura non è un'opera d'arte dI qualcuno, è uno stato di momentaneo equilibrio tra energie non misurabili: eruzioni, uragani, meteoriti, terremoti, allagamenti e incendi. Populonia è una baia leggendaria per quiete e bellezza. Riparata dal libeccio è un'oasi di pace tra uomo e natura. Il genere umano ha da sempre stabilito con il territorio rapporti di forza oscillanti tra difesa e conquista. Ai giorni nostri, è evidente che l'ambiente non "circonda" più, è invece assediato dall'espansione numerica dell'uomo e dei suoi mezzi di sfruttamento. L'ambiente è sopraffatto. Ma ecco che un’epidemia di polmonite interrompe l’intensità dell’attività umana. I governi stabiliscono restrizioni e rallentamenti. L’effetto pausa produce segnali di rianimazione dell’ambiente, dai cieli alle acque. Un intervallo relativamente breve mostra che la minore pressione produttiva fa riprendere colore alla sbiadita faccia degli elementi. L’ambiente ammalato chiede aria e aiuto a nome di se stesso e del pianeta intero. Il neoliberismo, dissi poco tempo fa, con la sua fame di creare profitto, è come un treno che entra in stazione senza rallentare e travolgerà i blocchi di sicurezza portandoli via e portando via tutti noi con essi. Per la prima volta nel corso della mia vita assisto a questo rovesciamento: l’economia, l’ossessione della sua crescita, sono scalzate dal piedistallo, non sono più misura dei rapporti umani, né delle logiche di potere, né autorità suprema. Improvvisamente la salute pubblica, l’incolumità dei cittadini, il diritto alla vita uguale per tutti, è la nuova parola d’ordine categorica. L'economia è caduta da cavallo, disarcionata dalla medicina. I medici e non gli economisti sono le autorità massime. È una conversione. Migliora il rapporto tra cittadini e Stato, riscopriamo l'appartenenza, la nostra identità italiana, i governi si trasformano da ragionieri garanti del Pil a difensori strenui della comunità, con nuovo senso di uguaglianza. La polmonite ci rende più uguali ha distrutto le logiche di superiorità. Noi umani in isolamento scopriamo quanto sono importanti le persone che ci sono care e in questo momento lontane, scopriamo che sono umanità potenti con cui abbiamo scambiato vita e passioni. Abbiamo paura di non vederle più. Dobbiamo tutti lottare per rimettere in piedi un'economia che eviti sofferenza di tipo "post bellico", si questa è la nostra guerra: mentre oggi cerchiamo di sopravvivere, contemporaneamente tutti dobbiamo impegnarci contro i disagi che presto arriveranno. Nella foto: la baia di Populonia.