LA VITA DEL FAGGIO

LA VITA DEL FAGGIO

La vita del faggio.
E' un momento in cui accade che abbiamo sospeso "apparentemente", tutte le attività, ma in realtà stiamo cercando di sopravvivere a una gelata. Come gli animali, anche gli alberi vanno in letargo e, come gli animali, sono sempre vivi, seppure dormienti, sempre con il loro calore. Ho avuto la fortuna di entrare periodicamente in un giardino e di osservare un grosso faggio e capire il “filo” di calore che costantemente emettono gli alberi, lo chamerei “il respiro del faggio”, visibile quando lo si vede in inverno, qualche giorno dopo una bella nevicata, nello spazio circolare privo di neve dovuto al calore che si crea intorno al tronco dei faggi. Uno spazio accogliente, dove gli animali possono trovare un piccolo rifugio e un po’ di terra asciutta. Anche noi, perfino nei momenti più difficili della vita, possiamo offrire calore umano, un gesto di generosità, un abbraccio, un breve sguardo di simpatia, un sorriso. E' il nostro cerchio di calore seppure sottile, esile, ma sempre nelle nostre possibilità, anche quando la vita mette a dura prova la nostra lucidità, la calma e il coraggio. Questo "letargo" ha comunque la sua forza rigenerante, nonostante la sua vita sembri immobile, quando pensiamo tocchiamo più profondità, mutiamo anche lo spazio intorno a noi, un pò come la madre che prima di partorire si raccoglie nella quiete familiare, nella tana, si prepara, o come il silenzio dell'artista che sta per generare la sua opera dìarte. Tutto è profondamente interconnesso noi, gli animali e la vita dei boschi è espressione della vita umana. Gli alberi mutano con la crescita, gli animali lo stesso, a differenza di noi hanno sempre le stesse espressioni, gli stessi aspetti, sono rassicuranti per questo e gli animi umani si affezionano di più agli animali che agli uomini, si sentono più al sicuro. Un imput ed ecco che ti torna lo scodinzolamento, gli dai un osso e tutti contenti, un cane non ti impone di mettere in discussione la tua personalità, basta che gli dai cibo e carezze. Chi si innamora dei cani? Chi cerca rifugio e sicurezza, tutte quelle persone che spaventate da alcuni aspetti della loro personalità e intimità, non amano confrontarsi con gli umani. Il confronto implica doversi conoscere, accettare per quello che si è veramente, perché la vicinanza di un umano impone capire, scoprirsi, essere difronte a sorprendenti differenze, per cultura, per fisicità, per etnia, per indole, per gusti, per identità di genere. Noi umani siamo realtà complesse e accade che non ci piace affatto scorpire la nostra indole soprattutto nei casi in cui essa è poco socialmente spendibile, vivibile, o poco accettata. Figuriamoci se ci percepiamo esageratamente trasgressivi, non solo non amiamo conoscerci, non vogliamo farci vedere, non vogliamo identificarci nel nostro aspetto che ci turba, e pur di non ammettere di essere noi quel tipo di umano, assumiamo atteggiamenti di notevole violenza. Da qui, con il cane nel letto, possiamo vedere persone che coprono il viso con gli occhiali scuri anche di notte, con frangette da educande di 60 anni, con le mani davanti quando ridono, con il corpo sempre molto coperto e se gli guardi una parte del corpo subito se la toccano, non ti guardano più, si girano altrove hanno paura di farsi vedere. Continua...