LE LOGICHE DI POTERE E IL MALE

LE LOGICHE DI POTERE E IL MALE

Le logiche di potere e il male.
Esiste una certa relazione tra "l'addomesticamento" degli istinti e il male. Occorre precisare la definizione del male, essa va vista come un complesso di "spinte" che comprimono la vitalità dell'essere umano. Non si tratta affatto di un problema morale, ma di una certa configurazione di un campo di forze che è alla base di alcune determinate spinte esistenziali, e queste "esistenze" investono la sfera dell'eticità. Dice la Dssa Villani: <<alla base dell'eticità è possibile rinvenire come una torsione, un contorcimento che lacera la forma data dell'animale umano, aprendola all'eccedenza affettiva, eccedenza territoriale, radicalizzazione del bene possibile e dolente produzione del male>>. La morale è come un portale del tempo, una soglia dove non si è più gli stessi e in questo caso diventa il limite netto tra l'umano e l'animale. Oltre quella soglia, quel limite se l'animale si degrada arriva il male. La metamorfosi dei corpi diviene una linea di frattura tra l’irrazionalità bestiale e il divenire rizomatico dell'espansione del proprio Io. E' qui che la osserviamo come logica differenza tra lo stato puro e la mediocrità del moralismo consolatorio. Il conflitto schiavo/padrone diviene lo spazio di intreccio di tutti i divenire possibili. Divenire animale, divenire donna, divenire libero, divenire uomo, divenire cagna, come metamorfosi di rottura dei percorsi abitudinari. Potente è il recente femminismo spinto come arte del divenire contro la forma "eroica" dell’abitudine che ha prodotto l'omologazione dei maschi. Si tratta di un campo di variabilità dell’esistente che è un'affermazione soprattutto fisica, corporea. Il mutamento del corpo femminile diventa l'antitesi irriducibile dell’eroismo, un eroismo supportato dalle logiche di potere tradizionali e ben strutturato dalle identità di genere binarie maschio-femmina e potenziato dal patriarcato maschilista. Sopra: il portale del tempo