L'INELUTTABILITA' E IL NOSTRO PRESIDENTE MATTARELLA

L'INELUTTABILITA' E IL NOSTRO PRESIDENTE MATTARELLA

L'ineluttabilità e il nostro Presidente della Repubblica.
La libertà è una cosa seria perché ogni atto libero limita le mie possibilità di scegliere, posso realizzare solo una di esse e non vale aspettare per vedere se il risultato è buono o cattivo, devo prima prendermi la responsabilità di quello che sto facendo. Forse potrò ingannare gli osservatori esterni, come cerca di fare il bambino che dice «non sono stato io!», ma non posso ingannare me stesso,  o almeno non completamente. Ricordate Pinocchio! Insomma quello che chiamiamo «rimorso», senso di colpa, non è niente di più che la sensazione di non essere contenti di noi stessi quando abbiamo impiegato male la libertà. Vale a dire quando l’abbiamo impiegata in contrasto con ciò che veramente vogliamo come esseri umani. Essere responsabili significa sapere di essere autenticamente liberi nel bene e nel male. A differenza delle persone maleducate e vigliacche, la persona responsabile è sempre disposta a rispondere delle sue azioni. «Sì. sono stato io». <<Si ho fatto danni, eccomi qui a riparare>>. Se ci pensate bene, il mondo è pieno di scappatoie per scaricare il soggetto dal peso delle sue responsabilità. La colpa delle cose negative che accadono sembra un fatto accidentale, colpa delle circostanze, della società in cui viviamo, del capitalismo, del carattere (io sono fatto così), della cattiva educazione (mi hanno viziato), dall'ignoranza (non sapevo, non pensavo che fosse così), della pubblicità in tv, delle tentazioni esposte nelle vetrine, degli esempi negativi ma irresistibili. Ecco la parola chiave di tutte queste giustificazioni è: "ineluttabile". Quelli che vogliono togliersi di dosso le responsabilità di quello che fanno credono nell’ineluttabile, nella causa di forza maggiore, credono negli atti onnipotenti, credono di potersi liberare da tutto quello che li costringe, e spesso per mettersi al sicuro non hanno comportamenti ragionevoli, ma fanno quello che gli altri si attendono. Poi accada quello che accada. Non appena appare l’ineluttabile, zac! uno smette di essere libero e diventa una marionetta a cui non si può chiedere conto di niente, si sente al di sopra delle parti, è onnipotente. Quando un individuo generico si barrica dietro l'ineluttabile fa danni e si scusa, chiede clemenza. Scusami!!!??? Ma testa di cazzo come scusami, mi danneggi senza pensarci e te la cavi con scusami?? I dittatori credono fermamente nell'ineluttabile, i cristiani "de Roma Santa" consideravano necessario sterminare gli Ugonotti. Quando l'autorità vuole mostrare  muscoli e la polizia avrà eliminato tutte le tentazioni non ci saranno più delitti né peccati. Non ci sarà più nemmeno la libertà, ovviamente. Perché vi racconto queste amenità, perché l'altra sera il nostro Presidente della Repubblica aveva l'aspetto rassegnato, contrito, di chi aveva preso una decisione ineluttabile, per cause di forza maggiore, ma lo stomaco gli si torceva per il dubbio di aver scelto, tra le sue diverse libertà, la soluzione più idonea per il paese che buttava via le altre possibilità di scelta. Non entro in merito se la decisione è stata giusta, corretta in politica, lineare costituzionalmente o altro, ma sull'aspetto umano della decisione, sul viso dell'uomo c'erano i dubbi che la sua scelta non fosse quella giusta. Anzi a tratti è sembrato che ci chiedesse scusa. E se affermassi che l’ineluttabile non è altro che una superstizione inventata da quelli che hanno paura della libertà? Che tutte le istituzioni e le teorie che ci sollevano dalle responsabilità non vogliono vederci più contenti ma più schiavi? Se dicessi che per quante proibizioni ci impongano e per quanti poliziotti ci controllino ci sarà sempre qualcuno che arreca danni agli altri? Il paradosso e anche il ridicolo invece, stanno annidati più pesantemente nel privato, se qualcuno fa un danno e reagisci minacciando dente per dente, quello userà la minaccia per dire che sei un criminale e che non si deve minacciare nessuno, quindi la minaccia come un'entità ineluttabile. Per cui il massimo della libertà per chi è sempre stato schiavo, se non di altri della sua ignoranza, è ribaltare il ribaltabile: non sono criminale io che ti ho arrecato danni ma sei tu che mi minacci. Questo è il meccanismo fondante le discussioni sui social. Il fatto che la minaccia resti solo una minaccia senza conseguenze per nessuno, è un fatto <<ineluttabile>>, una scusante per chi ha fatto davvero del male con danni reali. In ogni circostanza di reato, o di dubbia o litigiosa questione, se esistesse una super giustizia, sarebbero condannati tutti coloro che chiedono scusa: i colpevoli sono certamente costoro.Sopra: il Quirinale