NON POSSIAMO FARE A MENO DELLA BELLEZZA

NON POSSIAMO FARE A MENO DELLA BELLEZZA

Non possiamo fare a meno della bellezza.
La mascherina ci rende invisibili, ci evitiamo sgradevolmente mostrando tutta la nostra paura. Ci comportiamo male mettendo all'indice i comportamenti degli altri pur se uguali ai nostri. Si rafforza la comunicazione, si torna a usare il telefono, si creano emozioni momentanee tra sconosciuti irraggiungibili, non vediamo chi si incontra, né ci possiamo avvicinare perché siamo incerti della reazione di colui o colei che incontriamo. Siamo bravi a tessere relazioni a distanza su siti di incontri, sapendo benissimo che non ci si potrà incontrare per regioni o frontiere invalicabili. Cresce il bisogno dei contatti umani, ma aumenta terribilmente la confusione tra uomo e donna. I rapporti tra sessi, negli ultimi 40 anni sono stati inficiati dalla pornografia, l'industria del porno ha sfruttato economicamente gli uomini ma danneggiato oltremodo le donne. Terribile è la sua ricaduta sui costumi di maschi e femmine in termini di atteggiamenti e pratiche amorose. Sesso come colluttazione, sesso come gesto atletico, performance esagerate e soprattutto violenza su soggetti passivi uomini e donne o bisex. Domina il sadismo e la famigerata associazione, in un messaggio reiterato e disonesto: più violenza più piacere. Tutti sono attratti dal credo del maschilismo o dei dominanti sadici, in cui il piacere femminile o del soggetto genericamente passivo è direttamente proprorzionale alla violenza che esso subisce. Questa presenza costante della pornografia, negli ultimi 30 anni, ha reso i rapporti sessuali tra maschi e femmine, pur se nati in amorevolezza, problematici, difficili, scadenti, brevi e, peggio ancora con poca conoscenza di se stessi. Ci sono donne e uomini che scoprono il loro vero erotismo in ritardo, dopo lunghi matrimoni o addirittura invecchiano senza sapere chi sono, alla ricerca di un'identità veritiera, alla ricerca vana di cosa li eccita e di cosa gli dona veramente piacere. Tutti siamo o siamo stati vittime della pornografia, maschi e femmine. Alcuni maschi e moltissime donne rinunciano del tutto a una vita sessuale. Altri uomini chiedono alle donne di somigliare alle attrici porno e le femmine, quando si innamorano si cimentano volentieri, vivono aspetti pornografici a cui e per onesta passione fisica aggiungono gesti nemmeno indispensabili che superano di molto i set a luci rosse, ponendosi a rischio disprezzo. Il maschilismo, si sa da sempre, pretende dalle donne o dai passivi grevi sgarbi fisici e oltraggio del corpo che, "post coitum", diventeranno oggetto di disprezzo, aggiungendo così altra violenza di genere a quella eterna perpetrata delle religioni. Sono almeno trent'anni che uomini e donne alla fine preferiscono vivere da soli e accettano di fare "famiglia momentanea" perché spaventati dalle criticità sessuali, da quelle affettive, dalla noia di coppia, dalla mancanza di realizzazione di se stessi. Non è vero che la crisi della famiglia è attribuibile a egoismo o narcisismo, che sociologi in affanno ci dicono, essa dipende dalla difficile intimità, dalla difficile realizzazione di coppia e dalle difficoltà economiche generali. Per sbarrare la strada alla pornografia occorrerebbe chiudere con la pubblcità ma sappiamo che è impossibile, per cui storicamente stiamo vivendo un vero oscurantismo amoroso e di costume che durerà per decenni ancora, sia la pubblicità, sia il porno, sia il maschilismo sembrano eterni. Oggi, i genericamente definiti single, sono al collasso, al capolinea, e dovranno rivedere il loro concetto di vita sentimentale. In questa terribile confusione tra sessi occorre rivedere l'uomo e la sua arroganza dispensata senza limiti, in un senso di potenza che il Covid 19 ha buttato in aria. Tutti abbiamo bisogno di emozioni, contatti fisici e di vivere emozioni. Non possiamo non ricordare Dostoevskij e quel suo: "Io sono solo, voi siete tutti", descrivendo l’uomo della strada che amava la strada e che della strada non aveva paura. Come non pensare che c'è una strana dialettica tra libri e tempi oscuri, tra scienza e libri di scienza, tra notizia del giorno e saper vivere, tra bellezza e morale, tra sadismo e godimento, tra nomadismo amoroso e fedeltà. Contro la bellezza, l'intensità, il furore vitale, contro le emozioni a cui i libri danno accesso, ecco l'ottusa resistenza del quotidiano, pieno di chiacchiere vuote, di nebbia populista, di sciatteria fisica, di pornografia, di bruttezza delle parole e oggi anche di paura. Personalmente, vivo in questo contrasto una piccola forma di resistenza, di ginnastica mentale, e di perenne ricerca dell'estetica. In realtà non voglio più sapere quello che accade nel mondo, non voglio più brutte notizie, non voglio sentire di brutture, di distruzioni e tragedie, voglio coinvolgere una personalità coraggiosa, una potenza femminile, per immergermi in una fonte di bellezza. Solo così starò sulla dritta strada, senza avere paura della strada, e per non sentirmi solo contro tutti.