PENSIERI RAPIDI: 02 gennaio 2023, la mia generazione.

PENSIERI RAPIDI: 02 gennaio 2023, la mia generazione.

PENSIERI RAPIDI: 02 gennaio 2023, la mia generazione
Qualche anno fa ho avuto la fortuna di essere in diretta a una di quelle "scuole estive" di Bernard Stiegler (non dico chi è, potete cercare da soli). Le scuole estive erano organizzate a Epineuil-le-Fleuriel, nel mezzo della Francia, e da allora mi viene e rigira nella testa una sua affermazione: <<il problema non è solo che non sappiamo criticare Google, ma che è Google a criticarci>>, ossia ad analizzarci tracciando i nostri profili digitali, alimentando il diabolico sfruttamento del capitalismo digitale e la "proletarizzazione" che io, d’accordo con Bernard, intendo come perdita di saperi. Si proletarizzazione delle capacità umane, perdita della potenza dell’umano, perdita del saper fare, del saper dire, perdita della resistenza, del saper vivere e di tutti i saperi teorici che restano tali. Google ci costringe a un nuovo tipo di miseria. Una miseria mortale! Ci fa percepire inutile la nostra capacità critica, la nostra individualità dei comportamenti, rende fuori luogo ogni nostra iniziativa, annegandola nell'oceano dei comportamenti di massa. A parte l'esperienza personale individuale e non collettiva di Stiegler, (finita non troppo bene), egli ha il merito di andare oltre i limiti a cui si sono fermati Marx, Heidegger, Simondon, Foucault, Deleuze, Guattari, che sono i grandi interpreti del pensiero di questi due ultimi secoli. Radicale come il suo maestro Derrida reiterava: <<Occorre pensare la tecnica come prosecuzione della vita con altri mezzi>>. Dove tale prosecuzione è prettamente farmacologica, ovvero rimedio e veleno del nostro sentire collettivo. E’ questo che affligge la mia generazione. Noi dobbiamo accettare il nuovo senza il filtro di una filosofia delle novità. Tutto ci è caduto addosso rapidamente da lasciarci sconcertati e in balia degli eventi e delle innovazioni tecnologiche. Il web ha frastornato noi non chi ci segue dal punto di vista generazionale. Aver preso distanza abissale dalla cultura patriarcale è stato un evento grandioso, ma quanti di noi non hanno incamerato confusione? Affidare le nostre aspettative di vita non più all'intelligenza, allo studio, all'esperienza di anni di sviluppo delle capacità umane, ma al nichilismo del capitalismo algoritmico e demente, o alla medicina della statistica, vuol dire affidare le difficoltà dell’essere anziani, non più all’esperienza umana, ma alle procedure mediche, ai regolamenti delle strutture di sostegno, e alle leggi del mercato. Nessuno può credere che tutto questo sia uno strumento per prolungare l'esistenza individuale. Tutto questo è pazzesco!!! Intossicarsi di medicamenti servirà a qualcosa, ma quando ti alzi al mattino e barcolli, ti trasporti in qualche modo al bagno, trascini il tuo corpo da una stanza all’altra, occorre essere capaci di gestire una vera sofferenza primordiale, occorre aver appreso la sconfitta, occorre essere consapevoli del contatto con la morte come ultimo degli eventi della vita. Questo fa parte della capacità umana, fa parte della magia degli eventi, della capacità di lottare del nostro copro, fa parte dello spirito di conservazione che un umano sviluppa vivendo, e non con le scatole di farmaci. Oggi a gennaio del 2023 e già da qualche tempo la nostra capacità di vivere, derivata dalla conoscenza, non è più il nostro riferimento né la nostra risorsa individuale. Ci affidiamo all'algoritmia delle esigenze fisiche, psichiche, culturali, alimentari. Stiegler non solo ci ha dato strumenti per diagnosticare il nichilismo tipico dei nostri tempi, ma anche la fuga critica e creatrice per sopravvivere al cambiamento. Questo è il patrimonio notevole che lui ci ha lasciato. Ora sta a noi lo sforzo di comprenderlo in profondità e di farlo funzionare nella pratica delle nostre esistenze, dobbiamo maneggiare le sue idee come un pharmakon, perché si realizzi davvero una maggior attesa di vita con "altri mezzi". Quali ad esempio? Mettere insieme forze individuali derivate da diverse etnie e diversi costumi. Riunirsi e smettere di pensare che è meglio vivere da soli. Imparare tutto il possibile da chi ci sta vicino ed è più “robusto” di noi. Essere critici sulla chimica che il mercato ci dispensa a costi altissimi e come unico rimedio al dolore. Essere altruisti. Capire finalmente, che oltre ad allenare i muscoli di gambe e braccia, coccolare animali, e scalare le montagne, fare l’aperitivo, sciare ecc. sono importanti altre necessità del nostro corpo, come amore, sesso, emozioni e affetto. La mia generazione per superare lo sconcerto dei cambiamenti deve usare un’app come Tripadvisor non più le recensioni di ristoranti e hotel, ma per controllare le recensioni di colui o colei che potrebbero starci vicino. Scegliere chi possiede leggerezza, creatività e ironia, come valori indispensabili. Insieme si costituisce una nuova forza. Occorre mettere al bando gelosie, esclusività e ogni ingerenza che tende a limitare la nostra possibilità di “associarsi”. Occorre essere lontani da ogni religione che specula sulle nostre disgrazie e necessità di sostegno psichico e mentale. Occorre evitare di essere sospettosi, superare ogni pregiudizio, mettere in parte tutte le questioni derivate dall’identità di genere, superare gelosie da accoppiamenti, eliminare esclusività barocche e classismi economici, stare alla larga da egoismi e sotterfugi. Occorre creare più progetti lavorativi, fare attività manuali creative, far parte di tavoli da gioco, e di passatempi comuni e accomunanti. Occorre credere negli altri nonostante qualche volta la vita ci ha insegnato a diffidare. Al 2 gennaio 2023, ora come mai è tempo di cambiare, così profondamente da tornare ad essere veri, certamente fragili, ma forti della nostra umanità. Esattamente come i nostri nonni nel 1946, ovvero all’indomani della più brutta guerra della storia moderna, poveri, altruisti, appassionati per la vita, leggeri nelle difficoltà, che erano in contatto fisico e non solo verbale. Erano pronti a qualsiasi difficoltà, cercavano autonomia dai figli e non avevano alcuna paura della morte. In fondo Stiegler non ci dice nulla che non potevamo capire da soli. Sopra: capodanno fiorentino 2023