PENSIERI RAPIDI: COLPISCO E FUGGO

PENSIERI RAPIDI: COLPISCO E FUGGO

PENSIERI RAPIDI: colpisco e fuggo.
L'essere crudeli ha tante forme. Sostituendosi alla giungla, al contrasto tra corpi, alla ferocia istintiva e alla violenza frontale, la conversazione permette alla nostra bestialità di consumarsi senza danno immediato per i nostri simili, senza uccidere nessuno. Se, per un assurdo perdessimo l'uso della parola, nessuno si sentirebbe più al sicuro. Il male come bisogno di uccidere sembra iscritto nel nostro sangue irreparabilmente. Fortunatamente, questo essere poco umano siamo riusciti a trasferirlo “dalle mani” ai nostri pensieri, in una specie di acrobazia che ha mantenuto in vita e lasciato crescere la società degli umani. Ci siamo adoperati a spostare la nostra aggressività dai corpi alla dialettica, e oggi godiamo a ridiventare bestiali trasferendo la dialettica da noi “nelle mani” dei social. Assistiamo in essi all'esaltazione dell'aggressività senza la paura di chi ci è difronte. Per fortuna tutti siamo lontani, anche il vicino della porta accanto ignora che siamo lì, ma conosce la nostra indignazione feroce contro chiunque non la pensa come noi. Offendere piace, farlo su un social, fa sentire forti di una potenza non attaccabile. Rende sicuri, perché chi vuole ribattere con una sberla non ci arriva. Assistiamo a un degrado inarrestabile sia estetico che morale, il desiderio di uccidere resta inespresso e circoscritto in qualche riga sgrammaticata. E’ l’ora è di un’altra educazione, si deve formare una vera filosofia dell’uso del web per darci una ripulita dei nostri comportamenti più insopportabili. Vince sempre chi alza il tiro dell'offesa e impedisce all'altro di poter replicare per le rime. Colpisco e fuggo. L’avvento dei social è stato così rapido che nessuno, ancora oggi, è preparato per un uso minimamente corretto, (a parte il marketing, naturalmente). Non solo siamo penosi sui social, non sappiamo ancora usare Signal o Whatsapp o Telegram che sono sui cellulari di tutti. Stiamo perdendo una grande occasione di miglioramento. Improvvisiamo, spesso non rispondiamo ai saluti, altre volte siamo maleducati. Imitiamo i comportamenti più vistosi, più usati, più suggeriti, abbiamo molta possibilità di scelta, ma seguiamo i comportamenti peggiori. Se iniziassimo a essere più attenti, più altruisti, più avveduti, ecco che i nostri interlocutori, naturalmente scelti con cura, beneficerebbero dei nostri assensi, dei nostri pareri, dei pensieri che gli rivolgiamo. Un bel sorriso che arriva da un’amica affettuosa, anche se lontana, ci fa diventare bello un inizio di giornata. Come quando si va a comprare il giornale e qualcuno ci saluta sorridendo e ci trasmette la sensazione che la vita è bella. Non riesco a evitare il pensiero che in fondo tutti i social o piattaforme web che ci mettono in contatto più veloci della luce, siano gli strumenti ideali per l’altruismo, per l’attenzione verso gli amici e anche per un’alterità sconosciuta, per creare una dialettica di vita affascinante oltre ogni previsione. Se l’immagine web che offriamo di noi è aderente a quella reale, ecco che scambiamo vita, emozioni, sorrisi, pareri, bellezza, fascino del nuovo. Produciamo le condizioni ottimali per incontrare personalità sconosciute con cui condividere vita reale, una ricorrenza, un avvenimento musicale, una vacanza esotica, un evento sportivo. Scattando e inviando foto e video, condividiamo in un istante il nostro mondo con quello degli altri, distanti giorni di spostamento aereo. Moderare la nostra aggressività, rispondere con educazione, non chiudere il contatto al primo dissidio, è come indicare al destino la strada del buon vivere. Con un po’ di attenzione e altruismo, il miglioramento di noi stessi e di chi comunica con noi, è lì a portata di mano.