PENSIERI RAPIDI: CON LA PAURA DIVENTIAMO VERI
PENSIERI
RAPIDI: con la paura diventiamo veri.
Nella difficoltà, nella paura, nella malattia, nel dolore, nell'impossibilità
di amare, ognuno diventa quello che è, ci denudiamo di tutti gli orpelli che
coprivano la nostra vita. Anche il prete suonatore di campane ha smesso di
chiamare a raccolta per la messa, e stiamo vivendo lo stesso senza contatti
provocatori con un dio sempre inutile. Gettiamo via impicci e sovrastrutture e
corriamo decisamente verso noi stessi. Sicuramente ognuno di noi ha avuto e sta
avendo modo di verificare il proprio ego e anche quello degli altri che gli
sono vicino. Come in guerra la presenza continua della morte e la conseguente
paura di smettere la vita, unico bene certo che abbiamo, ci fa mostrare veri in
ogni momento. Come nelle questioni di sesso alcune persone cariche di intralci
pudici, di perbenismo, di timidezza, non riescono a divertirsi come vorrebbero,
ecco, questi soggetti, se li sorprendi con un certo spavento, smettono di
pensare e si scatenano verso un forte godimento. Passano incredibilmente da
quello che, vorrebbero o si sentono di essere, a quello che veramente sono. La
loro indole primordiale si manifesta dirompente, scoprendo le esigenze del
proprio corpo. Si liberano dei pensieri inutili e dei limiti del proprio ruolo
sociale e eccoli pieni di bellezza, di fisicità nascosta, di vita e di furore
amoroso. Una coppia sensibile introducendo il gioco e l’irriverenza, entra in
un campo di forte creatività e fantasia. Una benda sugli occhi ci modifica lo
stato, una coercizione “leggera” ci incuriosisce, percepiamo un nuovo modo di
sentire il nostro corpo. Questi turbamenti sono una novità e, se fusi alla
paura di un possibile dolore fisico, costituiscono una spinta straordinaria che
costringe le persone a mostrarsi per quelle che veramente sono. Senza questi
elementi irriverenti, le "vecchie" nostre vite ci appaiono piene di
compromessi, di scorciatoie, di disattenzioni e di comode fughe, spesso
estremamente vigliacche. Le nostre passate stagioni ci sembrano addirittura
tempi in cui abbiamo smarrito la nostra individualità a favore di comportamenti
copiati, assorbiti, limitati da una socializzazione opprimente. Il mio senso
pratico mi dice che, se smettiamo di imitare gli altri, siamo e saremo accaniti
sostenitori di noi stessi e dei nostri spazi vitali. Introducendo l’irriverenza
diventiamo più veri ma anche più pericolosamente tendenti all’assoluto. Sicuramente
ci sarà una radicalizzazione dei difetti e dei pregi, il gentile lo sarà ancora
di più, lo sfacciato sarà ancora più fastidioso e l'ignorante idiota reclamerà
di avere ragione sempre più veementemente. Ci sarà una cristallizzazione dei
sentimenti, della passionalità, e lotta per la reciprocità, perché passare da
un amore a un altro è assai più complicato. Con l’irriverenza e la
responsabilità che ne consegue, ricreare un sentimento, un affetto è, e sarà
più complesso. In ogni caso essere se stessi, è essere veri, è camminare a
testa alta sperando di incontrare meno tranelli e sgambetti reciproci. Questo
vivere sarà sicuramente meno facile, ma sicuramente più affascinante, più
onesto di quando eravamo solo forma, educazione, preoccupazione dei giudizi e
pregiudizi. Sopra: un'opera di Ives Pires