PENSIERI RAPIDI: Easysnob è stato un anarchico?

PENSIERI RAPIDI: Easysnob è stato un anarchico?

Easysnob è stato un anarchico?
Easysnob odiava i raccomandati. Proprio non gli andava giù che qualcuno "infermo di mente", ma raccomandato da un cardinale sottraesse un incarico pubblico a chi era un esperto specificatamente per quella mansione e che aveva studiato anni e anni per quella professione. E' arrivato alla nostra età senza mai aver voluto appartenere a nulla, non a una chiesa, non a un club, non a una religione, non a un'associazione, non a un partito. Ha avuto repulsione per i luoghi comuni, per gli atteggiamenti di massa, per le tifoserie, per il lavoro dipendente, per i centri commerciali, per le palestre, per i discorsi retorici, per le discoteche, per le puttane di tutti i livelli. Non è stato mai attratto dalle auto, dai natanti, dalle moto, dalle feste, dai baci dei parenti, dalle cene con i colleghi del momento. Non ha mai avuto la tessera di un partito, non si è mai iscritto a nessuna associazione, né a quella dei cacciatori, né a quella per la protezione degli animali. Non perché non fosse naturalmente dalla parte degli uccellini e contro quegli sgherri col fucile che sparano nascosti in un capanno, ma perché qualunque organizzazione gli era stretta. Aveva bisogno di sentirsi libero. Questa libertà è faticosa perché ogni volta, davanti ad una situazione, quando bisogna decidere cosa pensare, cosa fare, si può solo ricorrere alla propria testa, al proprio cuore, alla propria responsabilità e non alla facile condotta dettata dall'appartennza, da un modo di fare pronto all’uso di un partito, o dalla narrazione reiterata di un testo sacro. Easysnob non ha mai prodotto dolore agli altri perché attento e responsabile senza nascondigli, ogni comportamento una deontologia sua e di nessun altro. Non ha mai messo un like, non si fida di nessuno, sui social non pubblica nulla che non sia suo. Disegni, illustrazioni, testi, progetti, idee, innovazioni, o anche errori di giudizio, sono sempre stati solo suoi. Oggi a quasi settant'anni nessuno sa chi è, o che lavoro ha fatto, lui dice "sono stato un anarchico" e i figli scherzosamente gli spiegano che "è un anarchico". Non gli piace molto questo, gli anarchici in Italia, ma anche in Europa, non hanno mai avuto fortuna, hanno avuto vite brevissime e tanta galera. Sente l'importanza delle persone ma non sa bene perché è stato scaraventato sulla terra, non si preoccupa di quando andrà via, ma da come "dipartirà" da essa. Fuori della famiglia nessuno lo conosce, nessuno sa di cosa ha vissuto e di cosa vive, nè da dove ancora oggi scaturisce tutta  quella curiosità, tutta l'irriverenza e tutta quella passione per le cose mai viste o fatte. Nemmeno l'Inps lo conosce!!! Forse la sua pratica Inps è in mano a un raccomandato della sua generazione. Proprio uno di quei personaggi che lui odia talmente tanto da fargli pensare di rinunciare anche alla pensione. Sopra: professione preferita