PENSIERI RAPIDI: GLI INTELLETTUALI E L'ECOLOGIA

PENSIERI RAPIDI: GLI INTELLETTUALI E L'ECOLOGIA

Pensieri rapidi: gli intellettuali e l'ecologia

Gli intellettuali europei di sinistra degli anni Trenta furono affascinati dalla capacità disneyana di inventare un mondo alternativo che, nella sua allegra brigata, di fatto aboliva il dolore e rendeva inutile il rancore storico. Iniziò così un mondo pieno di favole che le nonne di oggi, allevate con la cultura di Paperina, dopo gli sconquassi famigliaristi prodotti dalle avventure del buonismo, disperatamente cercano di correggere in figli e nipoti. Gli intellettuali progressisti attuali e divulgatori social, senza volerlo sono ancora una volta rivoluzionari. Si professano ecologisti convinti perché non cambiano più le auto sportive ogni due anni, quando sentirsi tali, è uguale a festeggiare il compleanno di Minnie o Paperino con un picnic sopra il nido di formiche rosse. Oggi, all'insaputa di miserabili e potenti, l'ecologia impone un suo processo ed è meglio che tutti misuriamo le parole per non peggiorare i sensi di colpa che i nostri comportamenti impongono. Le criticità climatiche scrveranno la storia. Tutta l'umanità si prepara a sopravvivere alla cultura che lei stessa ha prodotto. <<Siamo tutti sulla stessa barca, divisi dallo stesso destino>>. Non ricordo più chi lo ha detto, ma certamente ha fotografato in due parole la drammaticità della situazione attuale planetaria. Dramma perché? Perché quando si sale sulla stessa barca (doversi salvare, fuggendo) accade, come abbiamo visto succedere ai migranti sui barconi degli scafisti: qualcuno cade e annega, un altro sale spingendo in acqua uno meno agile, qualcuno resta a terra. Nessuna certezza di arrivare in porto. Assisteremo al paradosso di come il mondo, per restare vivibile, dovrà ridursi alla parodia di se stesso. Gli influencer più seguiti, per il bene del pianeta, sono sicuri di spingerci a vivere la più risibile accelerata parodia delle nostre abitudini di vita. Ci consigliano animatamente e con determinazione un nuovo modo di pensare a noi stessi, che da qualche anno incombe inesorabile. Siamo costretti a lasciare il presente per entrare nel mondo di ieri, di domani o della più sfrenata fantasia. Ridurre le emissioni nocive al pianeta, vuol dire ricominciare ad andare a piedi (il mondo di ieri), vuol dire sfruttare le risorse energetiche senza danneggiare l'ecoambiente (mondo di domani), spostarsi su un seggiolino pendente da un drone (mondo della fantasia e della tecnica). Tutti gli uomini del mondo che conta, politico, economico, religioso o finanziario, per alimentare il proprio potere, scommettono ciecamente sulla tecnica. Essa ufficialmente avrà il grande compito di modificare la situazione climatica e consentire all'uomo di riprodursi e mantenere buona vivibilità come è sempre stato. Sento parlare di schermare il sole con un velo "energetico" tale da abbassare qualche grado di temperatura. Fumo nel fumo. Nella realtà invece, la fiducia nella tecnica aumenterà la ricchezza di alcuni soliti a scapito di miliardi di individui e delle risorse restanti del pianeta. I pochi si costruiranno (lo stanno già facendo) una possibilità di vita interplanetaria, visto che la tecnica facilmente fallirà si preparano la fuga. In questo caso, su otto miliardi di individui, solo gli eletti neoliberisti, quindi qualche migliaio di soggetti privilegiati, potrà accedere a questa possibilità. Gli altri? Nessuno lo dirà mai, ma a nessuno si farà carico di quello che resterà sulla terra. Noi esseri normali che crediamo improbabile la fuga e illusoria una soluzione tecnica che riorganizzi gli otto miliardi di individui esistenti sulla terra, pensiamo che ognuno di noi debba scegliersi la direzione più congeniale (tra quella di ieri, di domani o della fantasia) e operare velocemente con tutte le forze possibili nella direzione scelta, solo questo ci farà uscire dai sensi di colpa e dalla paura che ci inseguono per i danni planetari esistenti, chiaramente visibili e di quelli emergenti.Sopra: una tempesta solare di autore ignoto