PENSIERI RAPIDI: IL PENSIERO CHE PENSA SE STESSO
PENSIERI
RAPIDI: il pensiero che pensa se stesso
L’esperimento chiamato PENSIERI RAPIDI, nato nell’ormai lontano 2012, è quello
del post non troppo lungo, né troppo breve, in cui sia sempre estraibile un
concetto finito, compiuto. L’uso della lingua italiana, e di alcuni suoi
dialetti principali, ha consentito un’espressione ampia di una personale
visione dei costumi sociali, dell’attualità, della politica. Le parole in
questi dieci anni sono via via diventate il mio assillo e la mia gioia. Questa
la mia conquista, diventare consapevole di un prodigioso fenomeno che è il
pensiero in grado di pensare se stesso. La parola rende decifrabile un
pensiero, lo fissa, "scrive" quello che penso. Sono stato attratto,
coinvolto potentemente e sono a tutt’oggi risucchiato completamente dall’uso
delle parole, a parte naturalmente il dover produrre qualche soldo per una vita
dignitosa. Tutti noi coltiviamo la nostra coscienza nel bene e nel male, ma è
di rado che il pensiero di cui siamo dotati venga applicato a noi stessi. E' facile
criticare gli altri, parlare degli altri, ma oramai scopro di avere pensieri
viaggianti nelle cose del mondo e, in aumento, quelli verso me stesso e sono
meno facili e strutturabili pur avendo una discreta familiarità con le parole
che uso. Ogni volta che riesco a "centrare" con le parole un pensiero
poco prima sfuggente, indescrivibile, e magari "cercato" da tempo,
sono felice. I libri che ho letto, la cultura cercata o incontrata anche per
caso, sono esperienze che vivono in me e io con loro. Non posso parlare di me
senza parlare di loro. Oggi dovrei esaminare tutto ciò, che ha contribuito alla
ricerca della mia umana natura, alla formazione dei miei istinti e dei
sentimenti che ne scaturiscono, per capire il rapporto con gli altri, con la
paura, con l'intelligenza degli altri e le logiche della mia personalità.
Quando il mio pensiero si occupa dei miei pensieri, scopro me stesso e anche lo
sgomento di come i pensieri somiglino a un volo bizzarro di pipistrelli,
ripetitivo, incontrollato, che cambia direzione, che fatica ad avere un ordine.
In questo turbinio mentale si distinguono i pensieri ricorrenti dagli
ossessivi, i bizzarri dagli audaci, i noiosi da quelli cattivi e tutti si
alimentano di nuove idee, di nuovi tormenti, di nuove pulsioni, di nuove
ragioni e soprattutto di desideri. Spesso mi spavento per come questi pensieri
siano audaci, scomodi verso gli altri e verso la mia coscienza. Tutti temiamo
il giudizio della nostra coscienza che è molto più severo di quello del mondo,
ma non siamo tutti uguali anzi, tantissimi se ne sbattono della coscienza.
Faccio bene, faccio male? Certo è, che fare del male è contro la mia natura
eppure, ho prodotto del male per distrazione, per mancata attenzione, per
difendermi dagli altri, è così che oggi mi penso. Se a parlare è la coscienza
in questi mesi per me è assolutamente intollerabile riferire i miei pensieri e
azioni a un qualsiasi criterio morale. E' entrato stabile il senso della
mancata condivisione, della coercizione, dell'assenza di libertà, della
vendetta, dell'assenza di complicità. MI scopro sempre più spesso a pensare,
perché questi pensieri? Conosco me stesso e se un pensiero assillante nato da
me mi è difficile da sopportare, figuriamoci se la provenienza e di un'alterità
imponente, da una presenza non presente che condiziona la mia umanità attuale.
Ho osservato spaventato come, togliendomi, scippandomi un progetto di
miglioramento, io contribuisca al degrado della bellezza che ne scaturiva. Si, proprio
io, sempre così solerte a proteggerla e potenziarla. Il pensiero che legge i
miei pensieri dice che sono uno sconsiderato. Non posso fare a meno di
trascinare ossessivamente chi ha qualità importanti, verso un miglioramento
possibile, e se non lo fa, uso tutti i modi giusti e ingiusti per convincerlo a
farlo. Perché questo lo vivo come un dovere morale, mio e chi mi gira intorno.
Oggi, non ho troppo tempo da perdere con la coscienza, se voglio tornare a una
nuova umanità oggettiva, devo poter aumentare subito le opportunità di buona
vita. Per fare questo ho bisogno di ogni umanità certa ed energia, ho bisogno
della mia creatività, del calore umano, la cui assenza mi avvilisce, devo
ricreare quel campo magnetico con ogni vivente dove nascono fantasia e buon
vivere. La coscienza può attendere, questo è il pensiero dei miei pensieri e mi
turba non poco.