PENSIERI RAPIDI: LA MODERNITA' E' ANCORA UN'UTOPIA

PENSIERI RAPIDI: LA MODERNITA' E' ANCORA UN'UTOPIA

PENSIERI RAPIDI: La modernità è ancora un’utopia.

Tutti percepiamo il dualismo <<essere moderni>> e <<essere terreni>>. Il problema sta nell’incerta definizione di modernità, anzi possiamo dire che la modernità è molto astratta. Quando si iniziò a intravedere un mondo come progetto moderno, non si conosceva la “temperatura” che avrebbe avuto il mondo moderno, né si poteva immaginare che potessimo arrivare a 9-10 miliardi di umani. Queste due questioni non erano nemmeno immaginabili, ora siamo terrestri, viviamo l’epoca dell’antropocene. Oggi i terrestri sono tanti, rumorosi, aggressivi e vivono cambiamenti ambientali forse mai vissuti prima. Proprio per questo prendiamo coscienza che essere moderni è un’utopia e che noi, definibili Moderni siamo poco futuribili o inadatti al futuro. Perché questo? Perché mentre tutto cambia con rapidità, noi, immersi in un materialismo retrogrado, abbiamo bisogno di molto tempo per allertarci sui nuovi fenomeni naturali. Vediamo quali sono le idee circolanti che ci fanno pensare alla nostra incapacità per un rapido aggiornarci. Tutta la tecnica che ci sovrasta in questi ultimi decenni colpisce una società chiusa, una società statica, incapace di cambiare, di adattarsi al nuovo che avanza e il pensiero va a tempi remoti, invece eccola qui, la stiamo vivendo oggi la nostra epoca arcaica, la più ferma di tutti i tempi. Non solo non riusciamo a modellarci sul nuovo che avanza, ma ancora peggio facciamo con i “vecchi” elementi della natura, senza quel senso del limite che la conoscenza “tramandata” metteva in noi. Il senso del limite era l’insegnamento paterno. Ha ragione la psicanalisi quando afferma che il padre o meglio la sua figura secolare è morta portandosi dietro la “misura” del vivere. Cosa ci ha portato a questa riflessione? L’accaduto è esattamente una tragedia molto facile da evitare. Alcuni “maestri di montagna” che con la montagna non hanno alcun rapporto di attenzione (a parte farsi il selfie e postarlo) hanno perso e fatto perdere la vita a chi li ha seguiti nell’ennesima impresa dell’egocentrismo sviluppato fino alla massima potenza. Leggiamo: “sette morti e 13 dispersi” per colpa del ghiacciaio sulla Marmolada. Il ghiacciaio è li come sempre, e non ha alcuna responsabilità. Non entro in merito all’accaduto ma è oramai ora che le autorità che ci governano mettano uno sbarramento ai giochi degli uomini che hanno perso il senso del limite e soprattutto che non hanno la giusta "attenzione" verso l’imprevisto della natura e della sua mutabilità. Colpa del clima? Certo. Colpa del troppo caldo? Certo. Sono questi i fenomeni che abbiamo innescato con la nostra esistenza aggressiva ritenendo facilmente "governabile" quello che i nostri comportamenti hanno reso pericoloso e imprevedibile. Quindi occorre legiferare e impedire che alcuni insensati professionisti del nulla, trascinino altri individui nella catastrofe. Sopra: una vista delle alpi bernesi