PENSIERI RAPIDI: LA NOSTRA IDENTITA' SESSUALE

PENSIERI RAPIDI: LA NOSTRA IDENTITA' SESSUALE

PENSIERI RAPIDI: la nostra identità sessuale
L'appagamento sessuale sembra condannato a restare sfuggente, come la vera identità sessuale di ognuno di noi. Ci spiega Bauman: <<l'identità sessuale, al pari di altri aspetti di identità nella socialità moderna, è veleno e nello stesso momento il suo antidoto, e destinata ad essere un perenne divenire>>. Non vogliamo generalizzare, ma questo concetto coglie la "rotonda" su cui transitano le nostre preferenze sessuali. La vivibilità del desiderio, in una vera ambiguità, lacera e condiziona ogni scelta sessuale, ma protegge contro insuccessi o fallimenti (mancati piaceri). Un conto è "ho sbagliato partner" e un'altro è l'umiliazione che deriva da un vero fallimento di rapporto. Posso affermare senza incertezze che l'erotismo è il corto circuito più potente per conoscere noi stessi. Capire chi siamo sessualmente non è così semplice, non siamo immutabili, nulla è permanente. Ad essere attenti siamo un processo, un divenire pieno di impantanamenti ed errori, di tentativi incerti, di occasioni mancate, ma anche di gioie ed ebbrezza di felicità. Negli ultimi trent'anni assistiamo a uno scenario dove il confine tra manifestazioni sessuali "consuete”, e quelle "fantasiose" meno abituali, è labilissimo. (Ho evitato espressioni odiose come “attività sessuali sane” e “attività sessuali perverse” perché esprimono preconcetti o concetti limitanti e moralistici). La questione gravemente assente in ognuno di noi è la nostra biografia sessuale, fatta di amore, sentimenti, coinvolgimenti sociali e sessualità. Abbiamo una memoria piena di amnesie, correzioni e distorsioni di quello che negli anni ci è capitato di vivere. Noi uomini, maschilisti o meno, raccontiamo frottole e le reiteriamo abbondantemente anche a noi stessi perché è difficile dire la verità. Sorvoliamo diffusamente sulla qualità dei nostri rapporti eterosessuali, ma parliamo molto volentieri della quantità di essi, eludendo così il nostro severo e intimo giudizio. La donna da par suo, non parla volentieri dei suoi accaduti con gli uomini, perché ha sempre troppe incertezze sui propri gusti e preferenze, in quanto "variabili" dipendenti dal partner maschio. La conoscenza, che maturiamo negli anni della nostra vita sessuale, ci dice che siamo un continuo evolversi e che ognuno di noi può essere dentro un’identità sessuale spesso poco definibile, e questa non definizione a me piace moltissimo, la ritengo un giusto atteggiamento di reciproche libertà personali. Nell'ultimo decennio è facile notare che, mentre gli uomini sembrano fermi, tutti uguali e rivolti all'indietro, le nostre coetanee donne sono proiettate verso nuove soddisfazioni. Nonne o in attesa di esserlo, godono libertà inimmaginabili rispetto a quelle vissute da più giovani. Sono curiose libere e osano anche dove non avevano mai osato, sono ancora belle, si  divertono e vogliono continuare a divertirsi molto. Come in un vero processo di civilizzazione, il desiderio sessuale è abbellimento personale, arricchimento interiore, le nostre compagne non hanno solo voglia di sesso, ma maliziosamente lo camuffano, lo deviano, lo accrescono in un intreccio di sentimenti nascenti, in gesti di gioia amorosa, con a fianco un'eccitazione a dir poco entusiasmante. In questa plateale, quanto incredibile finzione, le nostre donne di oggi abbattono l'erotismo di sola estetica e tendono a sublimare gli istinti sessuali, di scambiare l'obiettivo originariamente erotico con un altro scopo, "socialmente accettabile", intimamente "bello". Per ragioni etiche? Per senso di socializzazione? No, queste amabili, quanto adorabili e consapevoli mistificatrici, vogliono ridurre fino a sopprimere quel filo sottile tra sessualità conosciuta e sessualità creativa. Cercano astutamente nella creatività propria o in quella del partner, l'elemento eccitante e amabile che produce o accresce l'eccitazione. Oggi ci riescono in molte, la loro fantasia è sempre più raffinata. Sono loro che compiono, e a noi uomini fanno compiere, quel salto culturale verso una più definita e realizzata identità sessuale. Un’identità che nei maschi è vana ricerca, è smarrimento nel culto della pornografia, è prestazione atletico/erotica, imposta dal becero maschilismo mediatico. L'uso commerciale di questi comportamenti ha prodotto il Viagra, (65 milioni di prescrizioni nei primi tre mesi), un elemento quest'ultimo, che sostituisce il desiderio con un processo muscolare meccanico durevole, molto virile, che nasconde ogni titubanza e fragilità con il culto della prestazione, forte, energica, e tecnicamente perfetta. Proprio quello che le donne non sopportano!!! Loro amano la fantasia, cercano la congenialità, il gioco, il rischio, cercano l'imprevedibilità, la “deliziosa” coercizione, l'incombente, cercano la teatralità, vogliono oltrepassare le abitudini, cercano i confini del dolore fisico, adorano la "messa in scena" e soprattutto vogliono essere desiderate ed amate moltissimo. Noi maschietti dobbiamo fare attenzione alle nostre compagne, a cosa sessualmente sono diventate, a cosa sono capaci di fare, perché la qualità della loro e della nostra vita è sempre più nelle loro mani. Sopra: un'opera di Antonio Canova