PENSIERI RAPIDI: Le donne migliori

PENSIERI RAPIDI: Le donne migliori

PENSIERI RAPIDI: Le donne migliori
Le vediamo dappertutto. Nelle stazioni, negli aereoporti, nei ristoranti all'aperto, nei musei, nelle piste da sci, con i pattini sui laghi ghiacciati, nelle spiagge riservate, nei resort, nei siti di incontri, nei video postati sui social. Parlano almeno 4 lingue, incantano per avvenenza, per eleganza, sempre a proprio agio in ogni dove. Ogni comparsa, ogni appuntamento è un evento preparato con cura, caparbietà ed indubbia capacità organizzativa. Chi sono costoro? Naturalmente parliamo delle nostre donne "migliori". Sembrano immortali, instancabili, perennemente proiettate verso l'evento da organizzare, verso l'appuntamento da non mancare. Poco importa se a rischio stress, se per interesse economico o vacanza, tutto è evento, tutto è attesa e preparazione meticolosa, organizzazione e attenzione agli imprevisti. L'evento, appuntamento, incontro, sono vissuti come mete, come bagliori di vita da non perdere, e come vivono il presente? Il presente è abbattuto a mero servizio di preparazione meticolosa di un susseguisrsi di eventi. Queste nostre donne vivono da immortali, non conoscono il presente, l'oggi è inteso solo in funzione del futuro, intarsiato dagli ameni racconti di un recente passato. Le lunghe soste negli aeroporti, i bagagli persi e recuperati, il gelo delle stazioni, il soggiorno di emergenza, vengono vissuti e raccontati come fatalità inevitabili del susseguirsi di "gesta" di un vivere straordinario. Il presente annega nella loro stanchezza. Il vivere quotidiano è sommerso dal nervosismo, irritabilità, debolezza fisica, uno stato poco decente per colpa dei fusi orari da smaltire, delle lunghe ore impreviste del viaggio. Il presente è dedicato ai massaggi, al coiffeur, allo shopping, al dietologo, allo yoga, alla meditazione e per alcune anche alla parrocchia. Un oggi sommerso dal nervosismo per il poco tempo disponibile da dedicare agli amici, ai figli, ma una cena c'è sempre e rigorosamente programmata. Una commensalità tra persone affini, intesa come platea attenta e complice, e come si trascorrerà la serata? Ma semplice, si parlerà dei voli, dei ritardi, degli inconvenienti nei viaggi. Insomma, queste, sono le nostre donne "migliori" belle, eleganti, fascinose. Perennemente corrucciate, frettolose, arrabbiate per il poco tempo che hanno in attesa del prossimo evento.  Intransigenti, vanno su Google per qualsiasi cosa, e questo gli da l'impressione di sapere sempre tutto, ma poco comprendono di quello che fanno. Nelle loro case c'è sempre disordine la cui colpa ricade sulla collaboratrice domestica di turno (nessuna può resistere più di una settimana o mese). Si sentono femministe e non razziste, ma il loro è un femminismo che esclude le donne africane ed arabe perché ancora offrono manodopera in casa a basso costo. Dicono che sanno cucinare ma in casa si mangia da schifo, meglio il fast food e non rispettano mai un orario, non sorridono se non per qualche video su FB. Ho imparato a riconoscerle da lontano, dai loro visi tirati, mai distesi anche se sorridono, volti severi segnati da linee che negli anni si formano per la mancata abitudine a una vera ilarità condivisa e gustosa. I loro corpi perennemente incremati, sono abituati a una vicinanza con l'uomo per il fitness, per i massaggi, per cura dell'estetica e la loro libido non distingue un maschio da un altro, sono scarsamente eccitanti e non trasmettono calore umano. Il desiderio sessuale? Ucciso dal un egocentrismo schiacciante e potente come un gorgo di un lago di montagna. Un gesto affettuoso? L'ultimo che ricordano è per la comunione della figlia, oggi trentenne. Come può sopravvivere un pover'uomo al cospetto di costoro? Vediamo: intanto prendere qualche precauzione prima di lasciarsi affascinare, mantenere giusta distanza di sicurezza da queste signore già nelle sale di attesa, sui treni, sui voli di linea, nei ristoranti, nelle gallerie, nei convegni, o fingersi distratti in caso di presentazione. Se non dovesse bastare mai lasciare il numero del cellulare, e se non bastasse ancora, ditegli chiaramente e subito cosa vi interessa o non interessa di una donna. Ecco, noi uomini, modesti bipedi diversamente pensanti, non interessano le tue due o tre lauree, i tuoi corsi di formazione, il tuo master, se ascolti Bizet o Puccini, non interessa quanti libri hai letto, quante montagne hai scalato, quanti voli intercontinentali hai fatto, quante isole hai visitato. Non interessa quanto hai ereditato dal tuo marito defunto, quante volte ti sei arrabbiata per un nonnulla, o per aver noleggiato un natante a Napoli con skipper cocainomane, non interessa in quante lingue ordini il solito schifoso petto di pollo mai sufficientemente cotto. Non interessa se fai yoga, se vai in chiesa a pregare tutte le domeniche, se fai meditazione, sei hai l'app a portata di mano per controllare le oscillazioni azionarie appena ti svegli. Non interessano i tuoi ambiziosi obiettivi random che si susseguiranno nei prossimi tempi, né la tua caparbietà nel raggiungerli tutti. Interessa invece, tutto quello che è restato in te tale da renderti ancora viva e non la metafora della donna che sapeva amare. Interessa se ti alzavi quando tuo figlio piccolo piangeva, interessa cosa ancora ti fa emozionare, interessa la tua sensibilità, la tua tenerezza, interessa il tuo altruismo, interessa capire cosa potrebbe ancora sorprenderti, rallegrarti ed eccitarti. Se dovessero rispondere a queste domande le nostre donne "migliori", cosmopolite e modaiole fuggirebbero lontane da noi, tornerebbero dal cane, allo yoga, alla meditazione, ad attendere una vacanza, una comparsata lavorativa, un appuntamento dall'estetista. Si catapulterebbero di nuovo nell'organizzazione seriale degli aventi, in una corsa sfrenata che annienta il vivere quotidiano.