PENSIERI RAPIDI: L’impotenza (Fine)

PENSIERI RAPIDI: L’impotenza (Fine)

PENSIERI RAPIDI: L’impotenza (Fine)

L’affaire Sovaldi permette così di scomporre un certo numero di miti in atto nel settore farmaceutico. Gli storici discorsi sui costi di produzione, sui costi di ricerca e sviluppo farmaceutici, che spiegherebbero i prezzi alti o addirittura il mito più recente che il prezzo del farmaco sia basato sul suo valore terapeutico (più è efficace, più è costoso). La logica alla base del prezzo di Sovaldi non ha nulla a che fare con questi tre miti. Questo libro nasce da un’osservazione: il dibattito pubblico sulle droghe è difficile per diversi motivi. Per ragioni legate al corpus di conoscenze richieste, perché oggettivamente si riferisce a materie molto tecniche, relative alla scienza, al diritto (proprietà intellettuale, regolamentazione dei farmaci, concorrenza, ecc.), per ragioni economiche, per la regolamentazione del mercato, per il sostegno per l’innovazione, la tassazione, ecc. Ma un grosso problema è anche il linguaggio usato da chi definisce i termini del “dibattito” sui farmaci e che vengono definiti gli “esperti”. La maggior parte di loro usa un linguaggio così oscuro per noi, che è lecito chiedersi se alla complessità della materia non si aggiunga una complessità cercata e voluta. Chiunque può giudicare questa vera e propria “officina dell’ignoranza” che rappresenta la barriera per l’accesso al dibattito pubblico sulla salute. Provate a leggere questo documento ufficiale della sanità francese sulle droghe: <<una volta che l’ANSM ha rilasciato un’AIC, l’HAS definisce da un lato l’SMR, su cui il ministro della Salute si affiderà a stabilire le condizioni di ammissibilità al rimborso da parte dell’assicurazione sanitaria, e d’altra parte valuterà l’ASMR, che sarà poi preso in considerazione dal CEPS per negoziare il prezzo>> Questo linguaggio è del tutto incomprensibile per chi, come me, è fuori dal circuito. Ma non possiamo ignorare come esso, che caratterizza la sanità mondiale, rende incomprensibili tutte le questioni relative al farmaco. Non c’è dunque da stupirsi se la natura tecnica del contenuto e la complessità della forma fungono da barriera e scoraggiano le necessarie analisi e correzioni parlamentari, la cui prerogativa più importante è tuttavia votare il bilancio annuale della malattia assicurativa. Infine, restano pochissime opzioni per noi, che se vogliamo controbattere in dibattito ci troveremo a dover usare il loro linguaggio che ci è sconosciuto. La conseguenza immediata è quindi l’esclusione di ogni individualità esterna, che potrebbe essere critica, apportatrice di valori, non direttamente interessata economicamente. Questa esclusione avviene in tutti i dibattiti a livello mondiale. Questo “oscuramento” è gravissimo perché porta con se implicitamente anche ogni forma di controllo. Da questo stato di cose ebbero origine alcuni fatti gravissimi accaduti anni orsono, quando l’oramai ex Centro Nazionale Trasfusionale di Sangue favorì la propria attività di vendita di sacche di sangue raccolte nell’ambito della sua missione di organizzatore di trasfusioni di sangue, anche se sapeva che i suoi prodotti erano stati infettati dal virus dell’AIDS; o come la vicenda Mediator dove l’industriale Servier ha commercializzato dal 1976 al 2009 un farmaco contro il diabete presentandolo come un soppressore dell’appetito e di cui conosceva i gravi rischi per la salute del paziente. Morale, la mia generazione che è vissuta con l’idea di un continuo allungamento delle aspettative di vita deve rifare i conti. Non solo abbiamo problemi ecologici di vivibilità sul pianeta, guerre, pandemie, e chi ne ha più ne metta, deve mettere nel “paniere delle disgrazie” anche la malasanità diffusa a livello mondiale, dove impera una nuova conflittualità tragica, quella tra il paziente bisognoso di cure e i gruppi di aguzzini che lo ritengono la gallina dalle uova d’oro. Gli ostacoli alle leggi sull’eutanasia, e sull’uso di droghe come antidolorifici naturali, sono gli esempi più eclatanti di questo conflitto, perché il lucro sul lenimento del dolore fisico nelle fasi terminali di alcune malattie è assai elevato, produce molta sofferenza, ma anche tantissimi utili. Fine