PENSIERI RAPIDI: L’impotenza (quinta parte)
PENSIERI RAPIDI: L’impotenza (quinta parte)
Nel novembre 2014, con Sovaldi, la Francia si trova ad affrontare una delle
situazioni che autorizzano e legittimano il governo a far scattare una licenza
d’ufficio. Perché non lo ha fatto? L’interesse della Francia era consentire al
Paese di ottenere un farmaco della stessa qualità e della stessa efficacia
terapeutica di quelli del farmaco originario protetto dal brevetto, ma a un
costo inferiore. Ciò consente di rimuovere, legalmente, la barriera finanziaria
che ha determinato il razionamento. Non si tratta in alcun modo di espropriazione
o nazionalizzazione, in quanto il produttore titolare del brevetto è compensato
da royalties calcolate sull’importo delle vendite della versione generica del
concorrente, per tutto il periodo in cui la licenza si applica automaticamente.
Il governo francese invece di usare tutti i mezzi legali per tenere basso il
costo del farmaco, decise un piano di risparmio della spesa pubblica. Ovvero
ridusse di 50 miliardi di euro gli impegni generali a tutela della salute
pubblica con un grande danno ai cittadini francesi. La domanda è semplice: come
siamo arrivati qui? E questa domanda non riguarda solo la Francia. Quasi tutti
i paesi considerati ricchi, infatti, si sono trovati di fronte a questa impasse
di bilancio con Sovaldi. La posizione della OCSE (che riunisce le economie più
fiorenti del mondo) è chiara. << Nel gennaio 2017, l’OCSE ha pubblicato
un rapporto dedicato alle sfide dell’accesso all’innovazione terapeutica, in
cui rilevava che i nuovi trattamenti contro l’epatite C, che sono molto efficaci,
sono inaccessibili per molti potenziali beneficiari in quasi tutti i paesi
dell’OCSE a causa del loro elevato impatto di bilancio>>. Ora l’altra
domanda si pone, in che modo i governi dei paesi più ricchi del mondo hanno
votato all’unanimità di accettare un prezzo che gravava così drammaticamente
sui bilanci nazionali? Oppure in maniera ancora più chiara: come hanno fatto i
paesi ricchi a scoprire di condividere ora la triste sorte dei paesi poveri di
fronte alla barriera finanziaria nell’accesso alle cure? Queste sono le domande
a cui Olivier Maguet con il suo: La Santé hors de prix: l’affaire Sovaldi ha provato a rispondere. La storia di Sovaldi e la
genesi di questo farmaco, la strategia del produttore per definirne
il prezzo e commercializzarlo a livello mondiale, le decisioni degli Stati che
regolano il mercato del farmaco (che ne sono anche i pagatori), in relazione al
prezzo richiesto: tanti aspetti che rivelano sfaccettature più ampie del
sistema in cui i farmaci sono attualmente sviluppati e commercializzati. È in
questo senso che la vicenda di Sovaldi, farmaco specifico per una singola
situazione clinica, diventa un affare pubblico di portata generale. La prima
parte del libro torna ai fatti: la storia di Sovaldi è tanto più interessante
perché basata su fonti di prima mano. La seconda parte rivela, in senso
stretto, il “caso Sovaldi”, nel senso che individua come l’attuale sistema di
sviluppo e commercializzazione di nuovi farmaci sia diventato un pericolo per
la salute delle popolazioni. Tutto questo presenta altri aspetti inquietanti
sul sistema farmaceutico perché porta in sé i semi di un razionamento
istituzionalizzato, e anche una medicina a doppia velocità. Si individuano
questi germi: conseguenze di scelte industriali dettate dalla
finanziarizzazione del settore farmaceutico e la salute di ognuno di noi che
diventa business senza controllo. Continua… (sopra una manifestazione in Spagna su questo argomento)