PENSIERI RAPIDI: L'INNOVAZIONE

PENSIERI RAPIDI: L'INNOVAZIONE

Pensieri rapidi: l'innovazione

<<Rifiuto, curiosità, innovazione. E' questa l'unica morale che io riconosco>>. E' estremamente attuale questa intuizione/insegnamento che ci ha lasciato il grande Michel Foucault. Il rifiuto è di non di accettare per buone le cose che ci vengono propinate. La curiosità è la voglia di conoscenza profonda. L'innovazione è il modo di pensare e di far emergere cose mai concepite o immaginate prima, senza aver paura di sbagliare o di fare brutta figura. Solo l'inerzia dei nostri pensieri è contraria alla nostra natura. Pensare al nuovo, al mai realizzato, produrre cose inedite non significa solo progettare oggetti, ma può riguardare anche rapporti sociali in ambito lavorativo, ed anche le nostre relazioni personali tra famiglia, società ed altri affetti. Cosa c'è di più esaltante in una relazione sentimentale se non l'imprevedibilità, il cambiamento, o il fascino dello sperimentare o del produrre un miglioramento? Questa del "continuo migliorarsi", o quel produrre un vantaggio sull'esistente, per Foucault  non è una teoria, ma un modo di essere, un atteggiamento verso la vita costruttivo, e contemporaneamente anche un etica irriverente, audace e fascinosa. Oggi abbiamo un estremo bisogno del pensiero irriverente, diverso, originale e creativo. Credo che mai ci sia stato un periodo storico che, come questo di oggi, vede un'omologazione dei comportamenti umani così estesa. L'aumento e lo "scambio" di visibilità che  ognuno cerca sui social, impone atti, modi, parole, sorrisi, muscoli, abbigliamenti, tatuaggi, cosce, tette, culi, che siano i più alla moda, facilmente riconoscibili come tali, accettati, condivisi ed estesi alla comprensione rapida di un clic, Quella del like è una platea invisibile, senza lmiti di estensione, globalizzata e sempre in cerca di un facile e ampio reciproco riconoscimento. Anche se non produce nulla per il mercato l’artista, o lo scienziato, hanno sempre un pensiero irriverente. E' il loro mestiere avere pensieri diversi, creare conflitti di idee, dialettiche estreme, vivere per confrontarsi e competere con il pensiero degli altri. Socrate aveva certamente un pensiero irriverente quando stimolava il giovane a riflettere e cercare da solo le proprie verità, Da buon maestro, quale egli era, rifiutava di essere lui a indicare un modo di pensare o di catalogare un argomento, lasciava libertà e autonomia senza influenzare l'esito di un ragionamento. Dante è stato molto irriverente, Galileo e Copernico misero il sole al posto della terra, questo fu terribilmente irriverente, inaccettabile per l'epoca. Tutti i grandi artisti e i grandi innovatori sono irriverenti. Oggi il potere economico non mette sul rogo gli <irriverenti>, ma come il cristianesimo ha fatto con gli eretici, esso li uccide come entità pubblica, li isola, li ignora, li degrada economicamente. Da qualche decennio, questo è accaduto a insegnanti, e ricercatori. In campo medico chi non rispetta procedure o regolamenti è fuori dal mercato del lavoro, viene allontanato senza tentennamenti, pur se quel suo gesto anarchico ha salvato una vita umana, proprio quando le regole si erano già rivelate inutili e inservibili. Tutto il mondo economico/finanziario diffida degli innovatori isolati e anarchici. Preferisce "gruppi omogenei" di ricerca perfettamente integrati nelle risorse aziendali, più facilmente controllabili, e con  costi inferiori. Peggio accade a coloro che innovano troppo, ovvero che anticipano esageratamente i tempi tra il loro "esser nuovi" e la possibilità della loro comprensione. Essi non solo sono incompresi ma, quasi sempre, anche molto poveri o considerati malati di mente. Sopra: uno smistamento a carosello senza fili.