PENSIERI RAPIDI: SIAMO SEMPRE IN CRISI

PENSIERI RAPIDI: SIAMO SEMPRE IN CRISI

Pensieri rapidi: siamo sempre in crisi
Siamo stati in crisi per questioni finanziarie internazionali. Siamo stati e siamo ancora in crisi per il Covid. Siamo stati e siamo in crisi per la guerra. Saremo in crisi per insufficienza di energia. Oggi in Italia viviamo una profonda crisi istituzionale, politica e sociale come mai nel dopoguerra. Crisi della Presidenza della Repubblica, che ha sciolto le camere e indetto elezioni politiche contro ogni logica. Crisi del Parlamento che ha dimezzato gli addetti scatenando una guerra senza esclusione di colpi per accaparrarsi il controllo delle commissioni parlamentari. C'è la crisi degli elettori, che andranno a votare secondo regole stabilite da una legge elettorale pasticciata e a mio parere anche anticostituzionale. E' recentemente accaduto che venti milioni di italiani hanno votato le destre alle politiche, e dopo 1 anni alle regionali gli stessi hanno votato la sinistra. Oggi nessuno degli italiani ha certezze di potersi fidare di qualche candidato. Una vera schizzofrenia delle idee politiche impedisce l'elezione  di deputati e senatori degni del ruolo che andranno ad occupare. Nel frattempo, il paese è sempre più povero e tutte queste crisi non abituano a una vita in tempi di crisi, tutt'altro.  I malesseri prodotti da queste crisi ci mettono ansia, paura, e allo stesso tempo rivelano e oscurano il problema di ognuno di noi e di tutti noi: come vivere la propria vita, come vivere insieme agli altri, come saper vivere. Queste crisi fanno progredire errori, illusioni, incertezze, incomprensioni e non opponiamo alcun insegnamento per sminuirle e renderle vivibili. La parola crisi nel nostro linguaggio contemporaneo ha preso derive in tutti i campi, sociali, politici e culturali, ed hanno acquisito il significato di incertezza, quella incertezza che viene utilizzata dai media per aumentare i profitti, ma che mette ansia e genera aggressività verso i più deboli, producendo disintegrazione sociale e questa volta anche disintegrazione dell'Europa. Un défaut italiano sarebbe catastrofico per tutta la UE. Questo stato distruttivo può essere combattuto solo dallo sviluppo delle forze innovatrici e una convinta capacità culturale in grado di trasformare e rigenerare tutto il sistema sociale. Questa condizione di precarietà riporta alla crisi dell’educazione che deve essere concepita nella sua propria complessità, che rinvia alla crisi della complessità sociale e umana, crisi che essa traduce e aggrava. Nello stesso tempo in essa potrebbero emergere quelle forze in grado di ribaltare la crisi sociale. Potrebbe formare adulti più capaci di quelli di oggi, più capaci di affrontare il proprio destino e far fiorire il proprio vivere, più capaci di conoscenza specifica, di comprendere le complessità umane, storiche, sociali e planetarie che non possiamo più dimenticare. Ma anche capaci di riconoscere gli errori e le illusioni nella conoscenza, nella decisione e nell’azione e oggi anche più capaci di contenere le incertezze dell’avventura umana. Saper vivere, problema di ognuno di noi, è nel cuore del problema e della crisi dell’educazione. Sopra: un magnifico paesaggio italiano "Ponte degli alpini" (ci ricorda l'unità degli italiani)