QUESTA GUERRA (Quinta parte), AFFASCINA MOLTI EUROPEI

QUESTA GUERRA (Quinta parte), AFFASCINA MOLTI EUROPEI

Questa guerra (quinta parte) affascina molti europei.

Nella quarta parte abbiamo parlato di come questa guerra abbia un appeal notevole su moltissimi europei, tale da influenzare abbigliamento, comportamenti, e atteggiamenti tipici di gruppi organizzati militarmente. Oggi in questo post parleremo del fascino di alcune azioni di guerra dove vengono usate armi semiautomatiche. Azioni che dovrebbero evitare errori e danni dei civili, ma che in realtà dimostrano come la guerra colpisce obiettivi con assai meno precisione di quanto ognuno di noi possa immaginare. Nel 1970 gli americani per interrompere rifornimenti a Ho Chi Minh disseminarono in alcuni luoghi centinaia di oggetti elettronici in grado di rivelare presenza umana e venivano bombardate alcune zone, apparentemente senza motivo, che invece erano azioni frutto di tante informazioni trasmesse da questi strumenti. Queste operazioni costarono troppo e non ebbero gli effetti desiderati, ma il fatto la dice lunga sulla natura di una guerra in cui l'automazione ossessiona. Da allora il fascino di una guerra semiautomatica è andato sempre in crescendo. L’idea di raccogliere dati dai sensori, processarli tramite algoritmi sempre più raffinati e capaci di agire più velocemente del nemico è al cuore del dibattito militare tra le principali potenze mondiali. E oggi la cosa è amplificata dai nuovi sviluppi in materia d’intelligenza artificiale. L'altro giorno si leggeva: <<L’intelligenza artificiale è pronta a cambiare la natura stessa del campo di battaglia del futuro, ha dichiarato il dipartimento della difesa degli Stati Uniti nel suo primo documento strategico relativo all’intelligenza artificiale, del febbraio 2019>> (fonte ADN Kronos). L’attrattiva dell’automazione è evidente: i robot sono più economici, più resistenti e più sacrificabili dei militari umani ma, (domanda ossessiva) che sarà dei civili? Attività altrettanto febbrili sono in corso in Cina, un paese che ambisce a diventare leader mondiale nel campo dell’intelligenza artificiale entro il 2030, e in Russia, dove il presidente Vladimir Putin è noto per aver predetto che chiunque diventerà leader in questo campo diventerà il dominatore del mondo. Ma il paradosso è che l’intelligenza artificiale potrebbe allo stesso tempo squarciare e rafforzare l'impercezione della guerra, permettendo di condurre un conflitto con una velocità e una complessità che lo renderebbero sostanzialmente oscuro per gli esseri umani. Questo ci dice che non distingueremo chi aggredisce da chi si difende. E ancora, cosa accadrà ai civili? La storia è piena di stermini di massa per armi invisibili o errori di mira dei bombardieri aerei e non. L'Intelligenza artificiale è un’espressione generica e imprecisa che copre una gamma di tecniche che vanno dai sistemi di rispetto (o non rispetto delle regole), all’apprendimento automatico dove i computer insegnano a se stessi a svolgere alcuni compiti. L’apprendimento "modulato" è un potente approccio all’apprendimento automatico, e coinvolge molti strati di reti neurali modellate sul cervello e si è dimostrato particolarmente efficace per i compiti più disparati come la traduzione, il riconoscimento di oggetti e le esperienze ludiche. E ancora, chi proteggerà gli ignari civili? Le generazioni future dovranno vedersela con i più subdoli e rapidi stermini di massa di ogni tempo, a meno che gli strumenti elettronici e i tanti software non riescano a modificare in meglio il cervello umano, per un aggiornamento rapido, che lo renda idoneo a creare gli antidoti necessari per combattere i tanti candidati "padroni del mondo" che combatteranno tra loro per tiranneggiare sull'intero pianeta terra.