QUESTA GUERRA settima parte (continuazione) La guerra patriarcale contro le donne
QUESTA GUERRA settima parte (continuazione) La guerra patriarcale contro le donne
Ci sono forti spinte verso un ritorno alle prassi di un odioso passato patriarcale fatto di guerre, razzismo, prevaricazioni, schiavismo, educazione violenta, scuola come disciplina, ecc. Insomma la storia torna ad essere scritta dai vincitori, come quasi sempre è stato, e non da chi ha idee di una migliore convivenza sociale, giustizia sociale, attenzione alla vita di ognuno di noi e al nostro ecosistema. Piccoli gruppi aggressivi combattono, utilizzando, plasmando, e schiavizzando raggruppamenti sociali estesi, vincono e godono di privilegi inauditi. Non gli basta essere ricchi aggressivi e consumatori di risorse che dovrebbero essere ripartite con tutti i viventi, voglio imporre la loro cultura prevaricatrice, razzista, e di abuso contro ogni genere di minoranza. I loro privilegi minano la salute planetaria e pur di conservarli non esitano ipocritamente a favorire politiche di incremento delle nascite sapendo che la loro società del consumismo/profitto lascerà ai nascituri solo macerie del pianeta dove sono nati. Le politiche sull'aborto in Polonia, in Ungheria e ora anche in Italia sono terribili e talmente dolorose per le doonne che in pratica sono costrette a una forzata maternità. Costringere una donna ad ascoltare il battito del cuore del bambino prima di abortire è una pratica simile alla tortura e ai roghi di cui la storia delle donne è piena di testimonianze storiche. Sappiamo anche, che quel battito è dovuto ad altri fattori (è la sintesi dei sensori elettronici che registrano un'attività genrica del feto e del corpo della gestante), perché il cuore nei tempi dell'aborto terapeutico non esiste. Su questo argomento non vedo risoluta posizione di tutto il femminismo mondiale. Tutto questo accade con apparente disinteresse dei cleri, ma sappiamo che i politici di ogni latitudine sono sempre figure desiderate e prodotte da organizzazioni e associazioni clericali. Abbiamo parlato di cosa accade e che ci preoccupa in Europa, in particolare Russia, in Polonia, Ungheria e in Italia, ma meglio non sta andando nel Sud America. Ecco cosa ci dice la filosofa brasiliana Djamila Ribeiro: <<“Siamo in un Paese, che a lungo ha negato l’esistenza del razzismo. Il Brasile è stato uno degli ultimi ad abrogare la schiavitù (1888) che era alla base dell'economia brasiliana. Gli schiavi liberati non hanno avuto né terra né diritti. Il governo invece ha favorito l’immigrazione europea per lo ‘sbiancamento’ della popolazione brasiliana e a questi ha dato terreni. Il Brasile non aveva la segregazione legale come negli Usa, ma aveva e ha ancora una segregazione di tipo istituzionale. La popolazione povera è povera perché nera>>. Sapevo che in tutta l'America Latina la tribù bianca si è imposta durante la conquista con la strage dei popoli indigeni e l’imposizione della “civiltà cristiana”. Oggi siamo ben oltre. Ecco ancora la Ribeiro: <<In questi ultimi trent’anni, i gruppi fondamentalisti cristiani e le Chiese evangeliche provenienti dagli Usa vi hanno trovato terreno fertile. È in questo scenario che le Chiese evangeliche Usa sono riuscite a penetrare nel tessuto brasiliano e a diventare talmente forti da silurare il governo di Dilma Rousseff, per eleggere l’ex militare Jair Bolsonaro, che sta portando avanti una politica omofoba, sessista e xenofoba. Bolsonaro ha venduto il Brasile alle multinazionali che stanno massacrando l’Amazzonia. E, da buon seguace di Chiese fondamentaliste e negazioniste, non ha voluto fare nulla per bloccare la pandemia da Covid-19, portando il Brasile al disastro sanitario>>. La molto documentata giornalista Cristina Morini recentemente ha scritto: <<Nella Colombia, gli accordi di pace tra il governo e le Farc sono falliti perché evangelici e cattolici fondamentalisti vi si sono opposti asserendo che quegli accordi difendevano aborto, e omosessualità. Altrettanto in Bolivia, dove i militari e i gruppi religiosi fondamentalisti hanno compiuto un colpo di Stato contro Evo Morales, il presidente della Repubblica, reo di aver dato centralità politica, culturale ed economica ai popoli indigeni, da sempre schiacciati. Il colpo di stato è stato effettuato da milizie con la bibbia e il crocifisso in mano. Lo stesso sta avvenendo in Centro America. In Costa Rica, nel 2018, il pastore evangelico Fabricio Alvarado ha vinto le elezioni presidenziali con una piattaforma a favore dei “valori cristiani” contro l’aborto e a favore del neoliberismo. Nel Salvador, il presidente della Repubblica, Nayib Bukele, al suo insediamento, ha invitato il pastore evangelico argentino Dante Gebel, molto legato ai pastori ultraconservatori degli Usa, a guidare la preghiera. Un deputato ha presentato una mozione in Parlamento per imporre la lettura obbligatoria della Bibbia in tutte le scuole>>. Sono questi gli esempi della potentissima spinta politica di questi anni, una pressione internazionale che possiamo definire cristiano, neofascista, neoliberale, e patriarcale. Le sorti del pianeta e quelle degli uomini emergeranno dalla capacità di fare opposizione. Fine
Ci sono forti spinte verso un ritorno alle prassi di un odioso passato patriarcale fatto di guerre, razzismo, prevaricazioni, schiavismo, educazione violenta, scuola come disciplina, ecc. Insomma la storia torna ad essere scritta dai vincitori, come quasi sempre è stato, e non da chi ha idee di una migliore convivenza sociale, giustizia sociale, attenzione alla vita di ognuno di noi e al nostro ecosistema. Piccoli gruppi aggressivi combattono, utilizzando, plasmando, e schiavizzando raggruppamenti sociali estesi, vincono e godono di privilegi inauditi. Non gli basta essere ricchi aggressivi e consumatori di risorse che dovrebbero essere ripartite con tutti i viventi, voglio imporre la loro cultura prevaricatrice, razzista, e di abuso contro ogni genere di minoranza. I loro privilegi minano la salute planetaria e pur di conservarli non esitano ipocritamente a favorire politiche di incremento delle nascite sapendo che la loro società del consumismo/profitto lascerà ai nascituri solo macerie del pianeta dove sono nati. Le politiche sull'aborto in Polonia, in Ungheria e ora anche in Italia sono terribili e talmente dolorose per le doonne che in pratica sono costrette a una forzata maternità. Costringere una donna ad ascoltare il battito del cuore del bambino prima di abortire è una pratica simile alla tortura e ai roghi di cui la storia delle donne è piena di testimonianze storiche. Sappiamo anche, che quel battito è dovuto ad altri fattori (è la sintesi dei sensori elettronici che registrano un'attività genrica del feto e del corpo della gestante), perché il cuore nei tempi dell'aborto terapeutico non esiste. Su questo argomento non vedo risoluta posizione di tutto il femminismo mondiale. Tutto questo accade con apparente disinteresse dei cleri, ma sappiamo che i politici di ogni latitudine sono sempre figure desiderate e prodotte da organizzazioni e associazioni clericali. Abbiamo parlato di cosa accade e che ci preoccupa in Europa, in particolare Russia, in Polonia, Ungheria e in Italia, ma meglio non sta andando nel Sud America. Ecco cosa ci dice la filosofa brasiliana Djamila Ribeiro: <<“Siamo in un Paese, che a lungo ha negato l’esistenza del razzismo. Il Brasile è stato uno degli ultimi ad abrogare la schiavitù (1888) che era alla base dell'economia brasiliana. Gli schiavi liberati non hanno avuto né terra né diritti. Il governo invece ha favorito l’immigrazione europea per lo ‘sbiancamento’ della popolazione brasiliana e a questi ha dato terreni. Il Brasile non aveva la segregazione legale come negli Usa, ma aveva e ha ancora una segregazione di tipo istituzionale. La popolazione povera è povera perché nera>>. Sapevo che in tutta l'America Latina la tribù bianca si è imposta durante la conquista con la strage dei popoli indigeni e l’imposizione della “civiltà cristiana”. Oggi siamo ben oltre. Ecco ancora la Ribeiro: <<In questi ultimi trent’anni, i gruppi fondamentalisti cristiani e le Chiese evangeliche provenienti dagli Usa vi hanno trovato terreno fertile. È in questo scenario che le Chiese evangeliche Usa sono riuscite a penetrare nel tessuto brasiliano e a diventare talmente forti da silurare il governo di Dilma Rousseff, per eleggere l’ex militare Jair Bolsonaro, che sta portando avanti una politica omofoba, sessista e xenofoba. Bolsonaro ha venduto il Brasile alle multinazionali che stanno massacrando l’Amazzonia. E, da buon seguace di Chiese fondamentaliste e negazioniste, non ha voluto fare nulla per bloccare la pandemia da Covid-19, portando il Brasile al disastro sanitario>>. La molto documentata giornalista Cristina Morini recentemente ha scritto: <<Nella Colombia, gli accordi di pace tra il governo e le Farc sono falliti perché evangelici e cattolici fondamentalisti vi si sono opposti asserendo che quegli accordi difendevano aborto, e omosessualità. Altrettanto in Bolivia, dove i militari e i gruppi religiosi fondamentalisti hanno compiuto un colpo di Stato contro Evo Morales, il presidente della Repubblica, reo di aver dato centralità politica, culturale ed economica ai popoli indigeni, da sempre schiacciati. Il colpo di stato è stato effettuato da milizie con la bibbia e il crocifisso in mano. Lo stesso sta avvenendo in Centro America. In Costa Rica, nel 2018, il pastore evangelico Fabricio Alvarado ha vinto le elezioni presidenziali con una piattaforma a favore dei “valori cristiani” contro l’aborto e a favore del neoliberismo. Nel Salvador, il presidente della Repubblica, Nayib Bukele, al suo insediamento, ha invitato il pastore evangelico argentino Dante Gebel, molto legato ai pastori ultraconservatori degli Usa, a guidare la preghiera. Un deputato ha presentato una mozione in Parlamento per imporre la lettura obbligatoria della Bibbia in tutte le scuole>>. Sono questi gli esempi della potentissima spinta politica di questi anni, una pressione internazionale che possiamo definire cristiano, neofascista, neoliberale, e patriarcale. Le sorti del pianeta e quelle degli uomini emergeranno dalla capacità di fare opposizione. Fine