UN VIRUS CI STA MODIFICANDO, STIAMO SCIVOLANDO INDIETRO.
Un virus ci sta modificando, stiamo scivolando indietro.
L'Italia, come altri paesi alle prese con questioni epidemiche, sta mutando rapidamente e questo avviene proprio mentre la sua costituzione sta per subire una modifica talmente destrutturante, quella della diminuzione (50%) del numero dei rappresentanti popolari in parlamento. Destino? Non affatto sembra un processo spontaneo quanto terrificante, le minoranze non saranno più rappresentate, non avranno parola, chi vince sarà un presidente del consiglio che qualsiasi nefandezza compierà sarà ratificata e approvata dal "suo" parlamento. Insomma stiamo per entrare nell'ennesima dittatura. Le democrazie europee hanno da due decenni avuto forti involuzioni ma questa sembra la fase decisiva quella della loro fine. Una fine di necessià. Un cambiamento epocale sta invadendo tutte le forme di socialità e in questo caos è complice e autore anche un forte accaduto epidemico. Il virus ci attacca. Questo elemento X ospite indesiderato sul nostro territorio porta una carica di disgregazione con le polmoniti, con forme di isolamento fisico, con infezioni contratte dentro gli ospedali, sta distruggendo i nostri connotati e li modifica velocemente verso nuove forme. Un virus che ci riporta indietro in epoche di superstizione, sta assumendo l'aspetto di una punizione divina. La sua missione è distruggere l'idea che ogni individuo aveva di sé, quella di essere componente di una comunità che aveva vinto o contenuto quasi tutte le infezioni più temibili. Rivelando così tutta la nostra fragilità, tutta l'illusione materialista su cui si fondano le nostre vite. Questo virus è arrivato quando le nostre vite sono già turbate da difficoltà economiche, da spinte antidemocratiche, dal razzismo e ci sta facendo dimenticare del tutto anche le forme di partecipazione democratica, tra 20 giorni nessuno andrà a votare un referendum che sarà la completa distruzione della democrazia italiana. Da anni vedo individui rigidi, dall'animo infiacchito, che colmano con ostinazione il loro vuoto esistenziale con soluzioni ridicole e modaiole, negando una propria individualità, negando un pensiero critico, e sottomettendosi a opportunità lavorative offerte come oro dal capitalismo, e agli svaghi confezionati dall'industria del divertimento di massa. Oggi, con l'arrivo di una pandemia, eccoci nel caos, nell'irrazionale, tutto sfugge a qualsiasi calcolo o classificazione. Un vortice confuso dove si ammalano medici e dove soprattutto le infezioni si contraggono negli ospedali, che fa emergere individui confusi, vittime di una frenesia incontrollata, spaventati, allucinati, aggressivi. La ricerca del denaro, gli strumenti elettronici, la robotica hanno distrutto la nostra consistenza che veniva da una vera scuola di sofferenza (guerre, fame, lotte democratiche, pandemie). La saggezza e la filosofia sono state abbandonate come ogni forma di consapevolezza che siamo pur sempre umani, quindi di breve passaggio sul pianeta, fragili e misteriosi. Prendiamo atto che scienza e tecnica non bastano, viviamo inutile l'involucro materiale e ipocrita con cui rattoppiamo le nostre vite e ci scopriamo arrendevoli a un vuoto abissale e a un destino tragicamente incerto. Il virus ha prodotto un tilt generale, non ammette reversibilità e di conseguenza, ritornare a uno stato di apparente normalità è impossibile. Ci stiamo modificando.
L'Italia, come altri paesi alle prese con questioni epidemiche, sta mutando rapidamente e questo avviene proprio mentre la sua costituzione sta per subire una modifica talmente destrutturante, quella della diminuzione (50%) del numero dei rappresentanti popolari in parlamento. Destino? Non affatto sembra un processo spontaneo quanto terrificante, le minoranze non saranno più rappresentate, non avranno parola, chi vince sarà un presidente del consiglio che qualsiasi nefandezza compierà sarà ratificata e approvata dal "suo" parlamento. Insomma stiamo per entrare nell'ennesima dittatura. Le democrazie europee hanno da due decenni avuto forti involuzioni ma questa sembra la fase decisiva quella della loro fine. Una fine di necessià. Un cambiamento epocale sta invadendo tutte le forme di socialità e in questo caos è complice e autore anche un forte accaduto epidemico. Il virus ci attacca. Questo elemento X ospite indesiderato sul nostro territorio porta una carica di disgregazione con le polmoniti, con forme di isolamento fisico, con infezioni contratte dentro gli ospedali, sta distruggendo i nostri connotati e li modifica velocemente verso nuove forme. Un virus che ci riporta indietro in epoche di superstizione, sta assumendo l'aspetto di una punizione divina. La sua missione è distruggere l'idea che ogni individuo aveva di sé, quella di essere componente di una comunità che aveva vinto o contenuto quasi tutte le infezioni più temibili. Rivelando così tutta la nostra fragilità, tutta l'illusione materialista su cui si fondano le nostre vite. Questo virus è arrivato quando le nostre vite sono già turbate da difficoltà economiche, da spinte antidemocratiche, dal razzismo e ci sta facendo dimenticare del tutto anche le forme di partecipazione democratica, tra 20 giorni nessuno andrà a votare un referendum che sarà la completa distruzione della democrazia italiana. Da anni vedo individui rigidi, dall'animo infiacchito, che colmano con ostinazione il loro vuoto esistenziale con soluzioni ridicole e modaiole, negando una propria individualità, negando un pensiero critico, e sottomettendosi a opportunità lavorative offerte come oro dal capitalismo, e agli svaghi confezionati dall'industria del divertimento di massa. Oggi, con l'arrivo di una pandemia, eccoci nel caos, nell'irrazionale, tutto sfugge a qualsiasi calcolo o classificazione. Un vortice confuso dove si ammalano medici e dove soprattutto le infezioni si contraggono negli ospedali, che fa emergere individui confusi, vittime di una frenesia incontrollata, spaventati, allucinati, aggressivi. La ricerca del denaro, gli strumenti elettronici, la robotica hanno distrutto la nostra consistenza che veniva da una vera scuola di sofferenza (guerre, fame, lotte democratiche, pandemie). La saggezza e la filosofia sono state abbandonate come ogni forma di consapevolezza che siamo pur sempre umani, quindi di breve passaggio sul pianeta, fragili e misteriosi. Prendiamo atto che scienza e tecnica non bastano, viviamo inutile l'involucro materiale e ipocrita con cui rattoppiamo le nostre vite e ci scopriamo arrendevoli a un vuoto abissale e a un destino tragicamente incerto. Il virus ha prodotto un tilt generale, non ammette reversibilità e di conseguenza, ritornare a uno stato di apparente normalità è impossibile. Ci stiamo modificando.