UOMINI E CANI, UNA STRAORDINARIA AVANZATA DELL'ANIMALE
Tante le ragioni
di questa straordinaria avanzata; innanzitutto, la compagnia di una cane
sembra essere l’unico balsamo contro la violenza dell’individualismo
conformista che sta accerchiando
l’umano. Crescere un cucciolo richiede grandissimo spirito di
sacrificio, anche economico, eppure questa consapevolezza sembra non
preoccupare e ci si immola con piacere quando ciò che si ottiene in
cambio è medicamentoso per lo spirito.
Forse perché questo animale è l’anima del mondo, come l’Atma di
Schopenhauer, o forse perché «chi non ha mai posseduto un cane, non sa
che cosa significhi essere amato». In ogni caso, l’immagine dell’amore
perfetto che riflette si sta dimostrando quasi irresistibile.
Mi
racconta un amico stimato che ha un cane: << Prima di vivere con
il quadrupede in questione, confesso, anch’io prendevo esplicitamente
per il culo chi lo portava dallo psicologo,
dal coiffeur o dall’estetista>>. <<Poi è accaduto un
cambiamento. Dormirvi a fianco è un’esperienza che avvicina i nostri
mondi, fin quasi a sovrapporne o gesti ripetitivi quotidiani. Mentre
riposa, il peloso presenta
il nostro stesso ritmo nel respiro, russa, si gira e scalcia, tira il
piumone dalla sua parte; sogna, ha gli incubi, abbaia nel sonno, non
potendo parlare; il cane, come molti di voi, nel torpore emette tonanti
flatulenze, e sfido qualunque luminare di zoosemiotica
a convincermi che c’è qualche significato legato al corteggiamento;
sono semplici scoregge>>. Insomma un processo di umanizzazione
anche delle cose peggiori dell'uomo, che diciamolo francamente, fa
abbastanza schifo e la convivenza tra umani
avviene quasi sempre tra persone simili per attenzione, sensibilità,
pulizia, che cerca di evitare o diminuire tutte le schifezzuole di cui
si un umano si rende volontario o involontario artefice. La centralità
del cane, ma a volte anche del
gatto, è sempre meno in discussione e oggi sono i re della foresta
domestica. Il cane ha sospinto una presa di coscienza collettiva attenta
ai diritti degli animali, il "divenire animale", in Occidente, ha reso
molto popolari l’animalismo, il
vegetarianismo, il veganismo. Le nuove generazioni, pur tra diversi
imbarbarimenti, sono almeno più sensibilizzate delle precedenti su
questi delicatissimi temi e non concepiscono le bestie come cose. Alcune
modifiche molto sensibili di alcuni aspetti
dell'umano che vive con un animale sono interessantissime. I tempi
della gestione delle emozioni si sono allungati, la dipendenza tra uomo e
donna è diminuita con diversi miglioramenti individuali. Vivere a
contatto con un animale è un buon solvente
della presenza della razza, alimenta la tolleranza, è forte incidenza
sull'individuo ed inconfutabile esperienza di vita vissuta, si attivano
gesti educativi che plasmano cane e uomo. Continua...