PENSIERI RAPIDI: Le mimose e la violenza

PENSIERI RAPIDI: Le mimose e la violenza

PENSIERI RAPIDI: Le mimose e la violenza

Mi colpiscono le dissertazioni intorno alle donne fatte dagli uomini. Le donne sono, le donne dovrebbero, le donne pensano, le donne fanno. Un esercizio bizzarro anche perché, a mia memoria, non ci sono poi tanti scritti di donne che si occupano di spiegare agli uomini come sono fatti. Spesso da molto giovane le mie amiche dicevano "il mio uomo", indicando un fidanzato, (L'omo mio, dicevano le romane). E' un malinteso sostanziale, non ha molto senso pensare di essere proprietari di una persona, non lo si è nemmeno di un gatto figuriamoci di un "bipede" con cervello, anche se spesso dimentica di averlo. Forse possiamo essere proprietari diciamo, di un paio di scarpe, di un fazzoletto o un cappello. Si dovrebbe poter dire “l’uomo di me” scorretto tecnicamente, ma corretto nel significato, cioè non l’uomo che possiedo, ma l’uomo che mi riguarda, che è con me. In ogni caso quando le mie coetanee parlavano degli uomini in quanto genere, si parlava senza dire nulla, se non concetti triti e ritriti: sono tutti uguali, vogliono solo una cosa (mai capito cosa c'era di male), sono approfittatori, inaffidabili e traditori. Ma il genere maschile nella sua complessità non rientrava negli interessi di queste donne, non era mai all'ordine del giorno di una discussione che potesse sembrare tale. Non saprei se qualche esimia filosofa abbia fatto trattati sui maschi, ma conta poco visto che è convinzione di tutti che, a parte alcune differenze di natura biologica, ognuno di noi, dotato di organo femminile o maschile, ha la stessa dignità e una tale quantità di caratteristiche peculiari che un’analisi che parta dall'identità di genere "binaria" (maschio-femmina che esclude le altre per immutabili  logiche di potere), non può esser che superficiale e inutile. Altra cosa è l’analisi di come si colloca un uomo o una donna nel consesso sociale. Questo è un ragionamento importante, ma non solo per dire che mai come oggi le donne debbono rivestire ruoli di potere, cosa che molte sono in grado di fare anche in questo mondo in cui il maschilismo è la materia di cui sono costituite le fibre del tessuto sociale, ma per dire che il ruolo gregario che spesso si trovano a ricoprire le donne, anche per scelta, è il prezioso sistema di idee e di comportamenti che crea quello che si definisce team, ed è tutto quello che permette a una struttura piramidale di esistere. Quindi il leader, maschio o femmina che sia, non esiste senza team. Esiste quando con lo stesso valore dei suoi gregari maschi o femmine che ha intorno e che hanno la capacità di avanzare anche senza un comandante. Il capo carismatico, il “ducetto”, (umile servitore di se stesso), prevaricatore e indispensabile, è meglio lasciarlo ai forcaioli della destra nostrana, che senza un leader morirebbe. Dal lavoro passiamo in camera da letto (o anche in salotto o in cucina, se ci va) e chiudiamo la porta. Lasciamo "la direzione lavori" in mano al maschio che la sa fare e gestirne i limiti, e che le donne si godano il ruolo subalterno, se gli piace. Tu sei il dominante e io sono la tua dominata, "ma anche no" direbbero i veneziani. Evviva anche il contrario. Gli attori di questo gioco hanno una predisposizione naturale, sarà nella cultura, nell’educazione, nell' ereditarietà, Il fatto importante, è che i comportamenti sono veri, non è possibile fingere o essere quello che non si è. Chi apprende dalla pornografia impara una sessualità che ha il solo scopo di rendere gli uomini solo buoni clienti, fedeli, e dipendenti. Sono pochi i maschi, che sono in grado di gestire questa delicatissima materia, un esiguo numero sono protettivi e pochissimi hanno chiaro il senso di responsabilità. Sono molte le donne che sanno fidarsi e affidarsi al maschio, e un numero scarso quelle che preferiscono il ribaltamento dei ruoli. Tutto è camuffato nella competizione tra narcisismo e masochismo in  un Ego smisurato e divoratore, che ama, sussurra, vuole possedere, pretende, e grida. Ma cosa rende un maschio inutile? Diventa inutile quando, attaccato al godimento di privilegi secolari, si crogiola su questo presunto gruzzolo di noiosi privilegi senza mai cercare un miglioramento, trascura il fascino legato all’imprevedibilità, all’attesa, a un superamento del “già vissuto”, e a quella inafferrabilità che lo renderebbe irresistibile. La donna invece, che ha sempre subito e portato la soma, vuole migliorarsi, vuole essere sorpresa, vuole superarsi continuamente, perché, quando si innamora, entra in uno stato di creatività senza confini, dove emana bellezza e tutto gli sembra possibile. Il maschio investito, travolto da questa potenza della donna, si gode ogni beneficio restando immobile, non sente il bisogno di progredire, ha già tutto e si avvia alla noia e alla castrazione dei sensi. Purtroppo, tutto resta sulle spalle della donna, ma essa impiega tante, troppe energie. Ama potentemente, alleva figli, lavora in casa, lavora fuori, spesso ha anche genitori sulle spalle, ed è costretta a limitarsi. Quando le forze scarseggiano la donna si calma, si spegne nel mentre il maschio, è ancora "vinto" da tanto ricevere, essa si desta, si allontana, inizia a vedere un maschio inutile, e lui non capisce. Più la creatività della donna è stata elevata, e più il maschio resta stordito dai privilegi ricevuti ed è incapace di ritornare a uno stato di lucidità. Proprio in questa fase, quando la donna si rifiuta il maschio non comprende, non ci arriva con il cervello. Il suo cervello non ha i tempi giusti per comprendere il cambiamento, ed ecco scattare la violenza. Non basta regalare mimose, occorre sapersi rinnovare, occorre superarsi per colmare quel divario esagerato che negli ultimi 60 anni ha visto il mondo femminile fare salti in avanti quasi rivoluzionari, a scapito di quello maschile ancora fermo a un patriarcato ereditato carico di privilegi, che hanno reso i maschi omologati e di fatto inadeguati per le donne di oggi. Non basta regalare mimose, occorre sapersi rinnovare, occorre superarsi per colmare quel divario esagerato che negli ultimi 60 anni ha visto il mondo femminile fare salti in avanti quasi rivoluzionari, a scapito di quello maschile ancora fermo a un patriarcato ereditato carico di privilegi, che hanno reso i maschi omologati, noiosi, e di fatto inadeguati per le donne di oggi.